Regia di Carlos Sorin vedi scheda film
Il film di Sorín, in passato regista di qualche ambizione, ha un andamento scorrevole ma lento, come le strade ondulate, ma sostanzialmente pianeggianti, della Patagonia. Se nella malinconia dell'uomo di una certa età che si sente ormai inutile ai parenti e alla società, con un unico amico rimasto, di mascella volitiva e a quattro zampe, "Bombón: el perro" fa venire alla mente "Umberto D." (1952) di De Sica, al tirar delle somme si vede come il regista argentino non riesca ad andare in profondità con i personaggi, come invece aveva saputo fare il nostro maestro del neorealismo. Con qualche piccola incongruenza di troppo (il cane che scappa ad un allevatore esperto come Walter Donado ed è ritrovato, pochi chilometri più in là, dall'anziano protagonista), il film si avvia ad un lieto fine di maniera, con la solita coppia di giovincelli, presagio di una rinascita, che sperano di trovare un futuro migliore a Buenos Aires. Si deve apprezzare, comunque, l'uso che il regista sa fare dei paesaggi. (22/09/2007)
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