Regia di Marina de Van vedi scheda film
Evadere per ritrovarsi dentro.
Riscoprirsi attraverso il proprio corpo. Senza scopi, senza ambizioni. La pura e ultima manifestazione di un desiderio estremamente umano. Non c'è traduzione psicologica o analisi filosofica : è nichilismo esistenziale e cinematografico ; è la semplice esposizione carnale e passionale dei vuoti quotidiani che caratterizzano e attanagliano la protagonista. Desideri obliqui - desideri di vita e di morte. Dans Ma Peau è il ritorno disilluso al corpo : un tuffo nella pelle e nel sangue - senza speranza e senza sogni ; sprofondare ad occhi aperti in una dimensione che non conosce Dio, che va oltre la morte. Un film che si autodistrugge, che non ha la necessità di lasciare una via da seguire, senza strascichi e senza orme - non concepisce nulla : è un aborto filmico volontario.
Una pellicola che riporta al cinema di David Cronenberg, ma con una sostanziale differenza : non c'è filosofia, non c'è evoluzione ed involuzione ; Marina de Van rimane immobile di fronte allo specchio cinematografico - si ammira e si disprezza, si presenta e si esibisce. Promuove il proprio fallimento.
Un'opera unica e ultima.
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