Regia di Marina de Van vedi scheda film
Un tantino schematico nel proporre l'equazione ambizione = autodistruzione, nell'uso degli split screen e delle immagini 'in negativo' per significare la personalità schizoide di Esther. Ma assolutamente convincente nel ritrarre le atmosfere mentali dell'autolesionismo e dell'autofagia, che si fanno strada nello spettatore con inesorabile crudeltà. Quasi insostenibili alcune sequenze (e questo è un grande merito, secondo chi scrive) e minacciosamente imploso il finale. Un film lacerante. Alla lettera.
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