Regia di Mario Bianchi vedi scheda film
Bianchi torna in terra partenopea l'anno dopo aver realizzato Napoli: i cinque della squadra speciale e con un prodottino analogo per temi e mezzi a disposizione (tanto che viene da pensare li abbia realizzati 'in serie', senza soluzione di continuità): pochi entrambi. Di sicuro qualcosina in più qui ci si può attendere per la presenza di Gabriele Tinti, Paola Senatore, Richard Harrison (in verità anche nel precedente) e, curiosità, anche di Marisa Laurito in una particina; il cast è insomma dignitoso per il livello davvero minimo della produzione. Ma ciononostante il regista mostra tutte le sue lacune ripetutamente, sia nella direzione degli attori (non tutti professionisti) che nelle scene d'azione, il sale di questo genere; la sceneggiatura è inoltre un pasticcio di delinquenza spietata, sbirri irrispettosi delle leggi, vendette personali e in pratica di tutta una serie di clichè appartenenti al filone del poliziottesco: le firme che reca sopra sono quelle di Claudio Fragasso (futuro regista 'di genere', dall'horror arriverà proprio al poliziesco) e del semianonimo Antonio Cucca (Napoli: i cinque della squadra speciale era stato partorito anche da lui). Di un certo interesse è invece il nome del compositore delle musiche della pellicola: Tullio De Piscopo, che cura una colonna sonora allegrotta che ben poco comunque ha a che vedere con la durezza della storia narrata nel film. Bianchi dirigerà ancora qualche lavoruccio di simile fattura e poi, dalla metà degli anni '80 in avanti, troverà finalmente la sua strada: il porno. 2/10.
Un ex agente Fbi, avvezzo alla violenza e profondo conoscitore della malavita, viene infiltrato nella camorra napoletana; il doppio gioco però non dura molto.
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