Regia di Christoffer Boe vedi scheda film
"E' soltanto un film, ma fa comunque male": Reconstruction si chiude con questo laconico commento, ritornando sulla scena di apertura (solo, in una strada vuota, cammina il protagonista Nikolaj Lie Kaas, già visto negli Idioti di Von Trier e in Open hearts della Bier); la potenza dell'affabulazione, della narrazione fine a sè stessa è insomma il fulcro di questo esordio del danese Boe. Un'opera tutta sospesa ai confini - labilissimi - fra realtà e fantasia, una storia perennemente in procinto di rivelarsi, ma fino alla fine avviluppata su sè stessa, incapace (volontariamente, si intende) di offrire certezze allo spettatore. Uno stile scattante (con inserti da videoclip), montaggio rapido e una sceneggiatura, firmata dal regista e da Mogens Rukov, che affronta la classica tematica sentimentale del triangolo da un punto di vista essenzialmente psicologico, riuscendo ben presto a sublimare la passione in tensione, a trasformare l'amore in inquietudine, sebbene a ritmo altalenante. Tutto si può (dis)fare, tutto si può (ri)costruire. Premiato a Cannes come miglior opera prima. 6/10.
Alex sta con Simone, ma la tradisce con Amy (impegnata a sua volta con August). Quando ritorna pentito da Simone, però, non viene riconosciuto; la ragazza non finge: perchè neppure il padre di Alex riconosce il ragazzo.
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