Regia di Jean-Marc Vallée vedi scheda film
Natali in casa Beaulieu, dal 1960 al 1980, tra un padre amante dei vinili (Patsy Cline e Charles Aznavour su tutti), una moglie che lo sopporta benevolmente e una nidiata (cinque figli, che compongono con le loro iniziali l’acronimo del titolo, preso in prestito da una canzone della stessa Cline: e quindi Christian, Raymond, Antoine, Zachary e Yvan) che si differenzia per aspirazioni, caratteri, taglio di capelli, urla e silenzi, sensibilità marcate e totale assenza di sguardo sul mondo. Una storia di emancipazione, uno spaccato canadese versante francese, che strizza l’occhio soprattutto al cinema di Truffaut, gonfio di icone pop, David Bowie e Bruce Lee attaccati sui muri e sulle porte, Pink Floyd e Rolling Stones, droga sesso e rock’n’roll e, soprattutto, un’ambiguità sessuale che tormenta fin da bambino il più inquieto dei cinque eredi, Zachary, interpretato dall’attore Marc-André Grondin, autentico sosia del primo Keanu Reeves. Jean-Marc Vallée ha il merito di scrivere bene il copione e di costruire personaggi che si fanno subito amare o odiare, ma lascia sul campo qualche pecca di regia, qualche minuto di troppo e una sensazione di grande occasione mancata.
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