Regia di John Hillcoat vedi scheda film
Nel 1880 la vasta terra australiana è ancora sotto il dominio dell’impero britannico. In prossimità del Natale, il capitano Stanley (Winstone) cattura i due fratelli fuorilegge Charlie (Pearce) e Mike (Wilson) Burns, e fa al primo una proposta. Non farà impiccare il giovane Mike se Charlie riuscirà ad uccidere il terzo fratello, Arthur (Huston), psicopatico responsabile del massacro di una intera famiglia e rifugiatosi nel deserto. La proposta è il terzo film per il cinema dell’australiano John Hillcoat, che ricompone il suo sodalizio con il connazionale Nick Cave, personaggio tra i più importanti del panorama musicale contemporaneo, cantautore (autore di album magnifici quali The Firstborn is Dead, Tender Prey e The Good Son) e scrittore poliedrico e originale. Cave scrive la sceneggiatura e compone, insieme al fedele Warren Ellis, una colonna sonora ipnotica e quasi mistica che accompagna costantemente le immagini del film. La proposta è un western sporco e polveroso, un racconto morale su rapporti familiari intessuti nel sangue e nella vendetta. Ma è anche un atto d’amore verso la propria terra, inospitale e dura da conquistare. “Voglio civilizzare questa terra”, sentenzia il capitano Stanley. Ma se è facile sottomettere i poveri indigeni (ridotti a “cani da guardia” degli inglesi), più difficile per gli ottusi militari sarà plasmare la selvaggia landa del deserto australiano. La regia di Hillcoat, che si sofferma magnificamente sugli splendidi paesaggi desertici, sottolinea proprio questo aspetto. La proposta è un western originale, dal grande impatto visivo, con tempi lenti e dilatati interrotti da improvvise esplosioni di violenza, con personaggi ben caratterizzati ed un cast magistrale: bravi Guy Pearce, Danny Huston, Emily Watson (nel ruolo della moglie del capitano) e John Hurt (il cacciatore di taglie), ma su tutti svetta un titanico Ray Winstone che tratteggia un personaggio memorabile, inizialmente brutale e autoritario ma via via sempre più umano e tormentato. Film purtroppo poco conosciuto e non apprezzato abbastanza alla sua uscita, è uno dei migliori western degli ultimi anni, crudele e spietato quanto si addice al genere, ma anche importante riflessione sulla storia e sulla natura umana. Finale che rivedrei mille volte: due fratelli seduti uno fianco all’altro sull’arido terreno, rivolti al tramonto. Stacco, e la voce triste di Nick Cave che intona The Rider Song. Strepitoso.
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