Regia di John Hillcoat vedi scheda film
Un grande eastern violento e sporco, dove alla fine non vince nessuno. Gli aborigeni fanno la parte degli indiani, gli inglesi fanno la parte dei presunti civilizzatori e gli irlandesi fanno gli irlandesi. I tre fratelli protagonisti del film non accettano la inglese e il maggiore preferisce vivere arroccato sugli altipiani australiani fuori dalla legge delle città. Gli altri due vengono catturati e accusati di una strage di bianchi, ma uno viene ricattato dal capo della polizia inglese, il quale lo obbliga a cercare e uccidere il fratello maggiore per avere in cambio la salvezza del fratello minore. Qui comincia il viaggio del fratello mediano tra le lande assolate che naturalmente somigliano molto al west americano, mentre nella città si organizza per il giorno di natale l'impiccagione del fratello catturato. Negli ultimi trenta anni di film western se ne sono fatti pochi, finito l'epoca d'oro del genere e l'epoca delle sue varie rivisitazioni oggi credo che il fare film western significa in sostanza, fare film con l'attitudine del genere ( vedi Carpenter, Tarantino ) senza bisogno di andare in Arizona, New mexico o California. Infatti a ben guardare questo eastern non è girato li anzi nell'emisfero opposto, anche se al suo interno ci sono tutte le componenti essenziali del genere: gli indigeni oppressi, il rifiuto della civiltà imposta, la vendetta come unica legge da rispettare. Da una parte i perdenti con dignità di peckinpah, dall'altra parte la violenza senza rimorsi degli spietati di eastwood, senza dimenticare il rifiuto della civilizzazione di un certo jeremiah johnson.
anche se alla fine quello che resta è la sensazione di sconfitta di questi ribelli nei confronti della società rappresentata da un giudice che non esita ad infliggere delle frustate al fratello catturato che ne causeranno la morte.
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