Regia di John Hillcoat vedi scheda film
Polvere di west in salsa aborigena.Un western atipico questo come un po'tutti quelli che vengono dall'altro emisfero ,perchè in fondo come già ribadito da altri il western è genere a se stante che vive di pura ambientazione.Sinceramente mai vista tanta polvere sui vestiti,tante lande desolate,tanti insetti dall'aspetto quasi tridimensionale accanirsi sugli attori.E mai visti attori così smunti,smagriti,all'apparenza sofferenti,di quella sofferenza che traspare dalle ossa a vista ,dai muscoli e dai nervi.E qui di polvere e di sofferenza se ne mangia anche parecchia.Sinceramente ho cercato di capire a quali altri film del genere questo potesse essere accostato e ancora non ho trovato una risposta convincente.Anzi se devo citare uno dei film a cui questo si può avvicinare secondo il mio modesto parere è L'ultima onda di Weir(che non è precisamente un western) forse perchè alla fine trattano un po'lo stesso tema:mentre nel film di Weir si parlava di integrazione tra aborigeni e bianchi(i primi visti come esponenti meno progrediti del genere umano capaci di istinti bestiali,i secondi a loro dire importatori di civiltà e democrazia ed è raggelante perchè di ambientazione contemporanea)qui di integrazione non si può nemmeno arrrivare a parlare.Un personaggio parla addirittura di un tizio che si chiama Darwin e che osa affermare che bianchi e aborigeni hanno degli antenati in comune tra le scimmie.Qui si parla del contrasto tra presunto progresso portato dai bianchi e natura selvaggia che non viene a patti neanche con i suoi abitanti più fedeli,gli aborigeni.E in un contesto di tale selvaggia furia degli elementi appare come una cattedrale nel deserto la casa bomboniera del capitano(con moglie)con le sue rose ben curate,il suo steccato basso e ordinato e con tutti gli accessori del vecchio continente.Parlando della storia(il suddetto capitano propone a un uomo per salvare suo fratello più giovane di uccidere il fratello maggiore,bandito inafferrabile)la cosa che salta più agli occhi è che è impossibile empatizzare per questi personaggi.Nè per i fratelli Burns(banditi comunque,il minore che non è precisamente normale mentalmente,gli altri due che uccidono senza problemi),nè per il capitano che non ha la forza di opporsi alla giustizia sommaria di sapore quasi biblico a cui è sottoposto il più giovane dei fratelli Burns,spinto anche dalla moglie la cui amica incinta è stata massacrata,nè per la moglie del capitano che non esita a forzare il marito a far frustare il giovane(in pratica uccidendolo)in una sorta di contrappasso dantesco.Sono a loro modo personaggi del tutto negativi,affossati dalle proprie debolezze,incapaci di far uscire il lato non animalesco della propria personalità.E il finale ha un sapore terribile e spiazzante nella casetta ordinata di cui sopra il capitano e la moglie si ostinano a festeggiare un Natale nonostante tutto con un fucile appoggiato su un divano,poi all'improvviso ,inaspettatamente è come se Abele si ribellasse uccidesse Caino in nome di non so quale giustizia,di quale senso dell'onore.Il film scritto e musicato da Nick Cave è un noir d'ambientazione western,il western viene destrutturato,scheggiato in mille frammenti dalle molteplici influenze sulla matura scrittura del sorprendente autore.E'un film di polvere,di sporcizia di imponenti e angosciosi scenari naturali,di momenti quasi horror con sequenze shockanti(l'uccisione del sergente a calci in faccia,il finale di inaudita ferocia)in cui non c'è nessuna possibilità che la civiltà attenui le differenze,che smussi le diatribe,che riconcilii le varie anime.E il finale è tutto fuorchè consolatorio,pur mettendo parzialmente le cose a posto è assolutamente angosciante,piccoli esseri insignificanti di fronte alla maestosità del tramonto australiano.
ottimo
parte piccola ma significativa
non l'avevo quasi riconosciuto
una volta tanto non esagera
giganteggia in un parte molto complicata
molto bravo
regia vigorosa e intensa
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