Regia di John Moore vedi scheda film
Sul fatto che non si sentisse l’esigenza di rifare il già modesto Presagio del 1976 sembra ci sia una certa unanimità. Vedremo però se gli incassi smentiranno i cinephiles. A noi basta constatare la fragilità del rifacimento di John Moore, sostanzialmente fedele al modello di Richard Donner se non fosse per la banalizzazione di alcuni argomenti di attualità, come l’attacco alle Torri Gemelle e l’uragano Katrina, prova inoppugnabile dell’inizio dell’Apocalisse. La qualcosa, viste le catastrofi accadute altrove prima e durante quelle succitate, getta anche una luce americanocentrica sul manicheismo che è nella natura del film. Della serie: Satana colpisce nel giardino del Bene, se poi oltre la siepe in passato ne sono capitate di tutti i colori non conta. Si dirà che è inutile sottilizzare. Vero: di puro intrattenimento si tratta. Il piccolo Damien, figlio di due giovani diplomatici, è l’Anticristo. Qualcuno se ne accorge e finisce male. Mia Farrow, bambinaia satanista, ammicca all’immaginario indemoniato di cui è stata assoluta star, ma davvero non ci si emoziona mai. Confezione professionale, un po’ da telefilm, risollevata solo dalla notevole prova degli attori. In particolare “papà” Liev Schreiber che noi sappiamo avere un animo gentile (è il regista di Ogni cosa è illuminata) ma ci pare sempre un po’ “Manchurian Candidate”: cattivo anche se buono.
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