Regia di John Moore vedi scheda film
Remake inutile come pochi che si limita a copiare, con qualche lieve e irrilevante variazione, la sceneggiatura del lavoro di Donner (difetti compresi). Ne deriva un’opera che non ha niente di nuovo da dire (ad ex si sarebbe potuto mostrare la storia dal punto di vista degli adoratori del diavolo, oppure introdurre la figura del falso profeta o ancora mettere in scena direttamente il demonio sotto veste di caprone o far emergere la bestia dall’abisso della dannazione) e che scivola nella noia anche per l’assurda decisione di sostituire la colonna sonora di Goldsmith con un’altra anonima. Apatica la regia di Moore che, pur riuscendo a muovere piuttosto bene la mdp, non genera inquietudine nello spettatore. Scadenti le interpretazioni (soprattutto se raffrontate con quelle del film originale), tra i passabili Postelwaithe e il nostro “caro” G.L. Radice. Pessimo il granitico protagonista, inadeguata al ruolo Mia Farrow.
Non male la confezione con una patinatissima fotografia e scenografie piuttosto discrete (belle le sequenze sotto il nubifragio). Gustosa la decapitazione e le scene in stile “Final Destination”, ma questo, inutile dirlo, è assai poco per salvare l’opera dagli sbadigli.
Poco curati i particolari come dimostra la sequenza al cimitero (i protagonisti non emettono fumo dalla bocca sebbene si trovino in un ambiente decisamente freddo; o ancora, nel finale, il parabrezza dell’auto del protagonista, precedentemente quasi sfondato dalla Farrow, torna a essere miracolosamente intatto).
Nel complesso, da evitare per la scarsa vena creativa, tanto da giusticarsi come una mera macchinazione volta a rubare soldi ai poveri spettatori. Voto: 4
Non pervenuta.
Diversificare la sceneggiatura.
Tendente al convenzionale.
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