Regia di Wolfgang Petersen vedi scheda film
Wolfgang Petersen ha detto di aver preso spunto da L’avventura del Poseidon di Roland Neame (capostipite, nel 1972, del “catastrofico”), per scrivere una sceneggiatura nuova, con personaggi contemporanei. E che la storia di Poseidon è la storia di questi personaggi. Il che dimostra che la contemporaneità, soprattutto cinematografica, è estremamente più piatta e insulsa del passato. Infatti, il film di Petersen, con mezzi che quello di Neame nemmeno si sognava, funziona bene, soprattutto nella prima parte, sul piano spettacolare e “ansiogeno”. Bello il rovesciamento della nave, teso il ritmo della risalita dei dieci personaggi verso la chiglia ribaltata, angoscianti alcuni passaggi sospesi tra fuoco, acqua e vuoto. Peccato che i personaggi siano meno interessanti di quelli imbarcati su una qualsiasi Love Boat: spariti il prete Gene Hackman in crisi mistica, la vecchia, grassa campionessa di nuoto Shelly Winters, l’ex poliziotto Ernest Borgnine sposato con l’ex prostituta Stella Stevens (e con loro spariti il rabbioso, e mortale, volo tra le fiamme di Hackman, e la nuotata in apnea della Winters, sostituiti da scene analoghe ma di minore impatto emotivo). Sostituiti da giovani piuttosto insignificanti, da Kurt Russell reduce da Fuoco assassino e da Richard Dreyfuss, omosessuale sull’orlo del suicidio, memore dello Squalo. Gli effetti speciali non colmano il disinteresse per la loro sorte.
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