Regia di Wolfgang Petersen vedi scheda film
Poco prima delle negligenze di Francesco Schettino e quando gli iceberg titaniciani ormai non fanno più tendenza, Wolfgang Petersen sfrutta l’onda lunga (è proprio il caso di dirlo) del modaiolo tsunami per realizzare il suo ennesimo film catastrofico: “Poseidon” (nomato poco originalmente col nome della nave affondata). Impossibile non pensare al “Titanic” del 1997 (la sceneggiatura, la regia e perfino alcune scenografie iniziali non fanno molto per distaccarsi dal fortunato film di Cameron), con cui tuttavia, per dovizia di particolari della messa in scena, ma anche per la profondità dei dialoghi e dei rapporti tra i protagonisti, il film non è nemmeno lontanamente paragonabile. Parliamo di tematiche similari, tuttavia con un taglio diverso: questo “Poseidon” è un farraginoso disaster-movie “alla Petersen” ricca di incongruenze e con poco appeal. Tutto molto falso e scontato, con i classici meccanismi della tensione che talvolta fanno cilecca, tanto che spesso addirittura ci accorgiamo del thrilling di una scena soltanto grazie al sontuoso sottofondo musicale, complessivamente troppo stridente con l’effimera messa in scena e gli effetti speciali sovente farlocchi. Si salva in parte la recitazione degli attori, tra cui il veterano delle acque perigliose Richard Dreyfuss. Ciononostante non si può non tacciare l’operazione come un’americanata poco riuscita.
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