Regia di Carlo Virzì vedi scheda film
Come tutte le estati le ville dell'Argentario si rianimano per la loro funzione di case da villeggiatura extralusso. In una di queste la famiglia Randone dovrebbe trovare il meritato relax dopo il logorio della vita di città, ma non è così, la signora Giovanna è una frustrata che vede il marito sbaciucchiarsi con l'amante, la figlia Camilla, protagonista della storia, è una ragazzina 13enne viziata che vuol crescere in fretta ed ottenere il suo primo bacio. Il film ha un buon presagio, si apre con l'arrivo di Camilla alla stazione di Orbetello sulle note di “Heaven” un pezzo strepitoso degli Psychedelic Furs, poi deve per forza rappresentare la noia e la futilità di certi personaggi che si trovano in vacanza. I villeggianti che snobbano le persone del posto è un classico che si ripete sempre, non solo nei mitici anni 80. Lo stesso per le case, anzi ville che saranno lasciate a fine stagione appunto come farà la famiglia Randone nel film. Concedo una stella in più per la bravissima Gabriela Belisario, i pezzi dell'epoca, per avermi fatto rivedere il Caballero, la moto che avevo da ragazzo. Una tirata di orecchie a Virzì per alcuni attori che dovevano rappresentare le persone del posto che invece parlavano con l'accento livornese...
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