Regia di Robert Altman vedi scheda film
“Il programma radiofonico veniva trasmesso da un vecchio teatro - il Fitzgerald – e andava in onda dai tempi in cui Gesù frequentava la terza elementare. Ma il sabato sera richiamava ancora qualche centinaio di persone. Era un programma di varietà dal vivo, già morto e sepolto cinquant'anni fa. Solo che nessuno si era preso la briga di farlo notare. Fino a questa sera.”
Saint Paul, Minnesota: serata soavemente mesta al Fitzgerald Theater, dove Garrison Keillor conduce ormai da anni il suo live show radiofonico “La voce amica della prateria”, con tanto di numerosi e affezionati artisti ad esibirsi in diretta, con una certa predilezione per il buon vecchio country, ormai contaminato da note più “moderne”.
L'intero personale lavora alacremente e con serenità, ma sul suo programma incombe la volontà di una grande compagnia che ha rilevato l'intero network e che, con ogni probabilità, ritiene stantia e superata l'eterna marcetta di canzonette e jingle pubblicitari del factotum Keillor. Gli artisti di punta sono le sorelle Yolanda (Meryl Streep) e Rhonda Johnson (Lily Tomlin), il vecchio leone Chuck Ackers (L.Q. Jones) e il duo di mandriani Dusty & Lefty (Woody Harrelson & John C. Reilly).
La serata potrebbe essere l'ultima, eppure la preoccupazione di conduttore e artisti è contenuta, lasciando molto spazio ai futili ricordi. Dietro le quinte del teatro vigila come guardia privata un surreale investigatore privato, Guy Noir (Kevin Kline), che non può far a meno di notare la presenza di una donna misteriosa (Virginia Madsen), Caronte dai boccoli biondi…
Uscito cinque mesi prima della morte di Altman, che aveva fatto giusto in tempo a farsi tributare un Oscar alla carriera, “Radio America” è il composto canto del cigno del ribelle genio di Kansas City, ormai 80enne.
Si riconosce la sua impronta da diversi dettagli, quali l'impeccabile regia costretta a snodarsi negli interni del teatro per l'intera durata, o – ancora – nel ruolo centrale dedicato al folklore strettamente legato alla musica, ma è da sottolineare come “Radio America” sia essenzialmente un lavoro di Garrison Keillor; il titolo originale è “A Prairie Home Companion”, omonimo del programma radiofonico che Keillor conduce quasi ininterrottamente dal 1974 a questa parte, anche se ha dichiarato che la stagione 2015/2016 dovrebbe essere l'ultima da lui condotta. Nei panni di se stesso, è lui il personaggio principale di “Radio America”, è opera sua la sceneggiatura ed è una sua storica creazione il personaggio di Guy Noir, parodia dell'investigatore tutto d'un pezzo a cui in radio dava voce e che qui “presta” a Kevin Kline, bravo attore in un ruolo che poteva essere meglio inserito nel contesto. Bellissimi, invece, i duetti fra la Streep e la Tomlin, di netto i momenti migliori, a svettare sulle acrobazie vocali di Keillor e sulle canzoncine bluegrass piene di doppi sensi audaci di Harrelson e Reilly.
I personaggi non canori, ovvero quelli della Madsen e di Tommy Lee Jones, rappresentano un espediente narrativo, di cui Altman era solito fare volentieri a meno; ma è attraverso di essi che un'amara e silenziosa accettazione della fine della trasmissione e, in senso lato, dello svanire di un Midwest magico e contraddittorio e della caducità della vita costituisce il fulcro di “Radio America”, che di “Nashville” non ha i connotati politici, l'epicità, la ferocia e lo spessore. Resta un affresco lieve, simpatico e ben diretto, nonché l'ultima opera di un gigante del cinema.
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