Regia di Robert Altman vedi scheda film
Probabilmente in molti si scorderanno,o si sono già scordati,col passare inesorabile del tempo di questo delizioso "Radio America",probabilmente l'ultimo capolavoro di Robert Altman.Si,lo stesso Altman di "America Oggi","Gang" e "Nashville"..Ed è proprio da "Nashville" che bisogna partire,per comprendere bene quest'ultima opera di Altman.Per questo vi consiglio prima di vederla di guardarvi bene "Nashville",dall'inizio alla fine.Bene,dopo questa piccola avvertenza possiamo iniziare a parlare del film.Il film in questione è il resoconto della vita di diverse persone,in una commedia corale che ha come spunto il mondo della radio."La voce amica della prateria" è un programma radiofonico di successo straordinario.Improvvisamente viene cancellata dall'emittente e ai coordinatori dello show viene chiesto di girare un'ultima puntata.I personaggi non si disperano,perchè se "the show must go on",per loro è già finito da un pezzo.Forse,in questa piccola girandola di personaggi secondari,il personaggio primario resta l'America.O almeno uno spettro scuro e triste della grande potenza mondiale.Il film racconta in metafora la fine del potere americano,che coincede miracolosamente con la fine di un ciclo importante nella storia dei personaggi del film."Radio America" è un "Nashville" uguale e contrario,che gira con la forza di un immenso sogno senza fine.Un pò come il "Radio Days" di Woody Allen.La fine di un'era coincide con l'inizio di un'altra,senza ombra di dubbio.Altman riesce a far coincidere inizio e fine.Quasi come a dire la fine è il mio inizio.Dopo il pulcioso"The Company",Altman torna a rappresentare l'America con un cast stellare,tra cui spiccano una meravigliosa Meryl Streep,un John C.Reilly finalmente elettrizzante,Woody Harrelsoon illuminato e un Kevin Kline un pò sopra le righe.In più una Lindsay Lohan in fase pre-tossicodipendenza,quindi solare.Nostalgico,il film si trascina per un'oretta e mezza di puro divertimento e fine consolazione senza limiti di età e altre minime preoccupazioni.Il risultato di questo meccanismo innescato dal grande maestro è il ripetere "America Oggi" e "Nashville" fondendoli insieme,quindi dando uno spunto ad un mondo che esce di scena tra gli applausi eterni e melodici di un pubblico di stolti,che non ha mai capito profondamente questo vero e proprio genio della Storia del cinema americano.Un genio che era apparso con un capolavoro e che chiude il suo corso verso gli ottantacinque anni con un capolavoro.E soprattutto con un sorriso sulle labbra,come a voler significare:Io ce l'ho fatta,e voi?Farete anche voi la fine de "La voce amica della prateria",o siete destinati a lunga vita?Siete destinati alla memoria o all'oblio.Già,l'oblio,che brutta parola,la paura di essere dimenticati ha sempre devastato l'uomo.Altman non ne ha paura,ma rispetto.Rispetta l'oblio perchè sa che non gli nuocerà mai.Non può.E questa piccola storiella,triste e allegra,sonora e sorda,catartica e solenne,malinconica e sognatrice ne è la prova.
Splendida.
Un vero e proprio maestro.
Bravissimo.
Elettrizzante.
Ottima.
Molto,molto bravo.
Una sorpresa.
Una conferma.
Che parte!
Molto solare.
Dolcissima.
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Giovane catanzarese, capace di ottime recensioni come questa (di un bel film che ho visto per la prima volta questa sera), se tornassi fra noi ne sarei veramente contento ! cherubino
intervengo solo per una piccola precisazione, perché da me ci tengono molto, io non sono catanzarese, sono di Lamezia Terme, una città di circa ottantamila abitanti in provincia di Catanzaro ahahahah non dare mai del catanzarese a un lametino, potrebbe offendersi! A parte gli scherzi, ti ringrazio, mi sono allontanato dalla community perché, ai tempi, era diventato un forum che serviva agli utenti per scaricare le proprie frustrazioni, le proprie mancanze, su altri utenti, scatenando liti reiterate e noiose...se adesso le cose fossero cambiate, chissà!
Non so del passato, sono qui da otto mesi... Si discute, certo (e per fortuna, direi) ma vere e proprie liti non ne ho viste. Ciao, giovane lametino!
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