Regia di Robert Aldrich vedi scheda film
Midwest primi anni 30'. La giovanissima e ricca ereditiera Barbara Blandish (Kim Darby) viene sequestrata dai quattro fratelli Grissom, una banda capitanata dalla sadica Gladys (Irene Daily) madre di questi ultimi. L'intenzione e' quella di chiedere un riscatto di un milione di dollari, per poi eliminare fisicamente la ragazza. Ma l'ingenuo e psicopatico Slim, il piu' giovane dei fratelli, si innamora della giovane e decide di difenderla a costo di uccidere i propri famigliari. Pellicola tra le meno note e sottovalutate diretta da uno dei "ribelli" di Hollywwod, GRISSOM GANG si inserisce in quel filone dei gangster-movie ambientati durante la grande depressione, ispirandosi maggiormente a IL CLAN DEI BARKER di Roger Corman, ma con alla base il sopravvalutato (e' solo la mia opinione) GANGSTER STORY di Arthur Penn del 1967. Il film di Robert Aldrich gode di una messa in scena perfetta, un vero spaccato dell'epoca piu' violenta nella storia d'America del ventesimo secolo, senza la necessita' di ingaggiare vere o presunte star per richiamare il grande pubblico (infatti il film non avra' successo), con attori che se la cavano egregiamente, dalla promettente Kim Darby al piu' noto Tony Musante, fino allo Slim Grissom interpretato da Scott Wilson, un giovane caratterista americano con una nutritissima filmografia alle spalle. Ma il personaggio vincente e' senz'altro quello di Gladys Grissom, interpretata dalla bravissima attrice di teatro Irene Daily, che caratterizza superbamente una "Crazy mama" violenta e perversa. Memorabile nel violentissimo pre-finale, quando armata di un mitra Thompson spara dalla finestra contro le forze dell'ordine, esibendo un ghigno isterico e psicotico. Seppur con sfumature molto diverse, vengono alla mente altre "mamme criminali", come la gentile e amorevole Violet Kray, interpretata da Billye Whitelaw nel britannico THE KRAYS-I CORVI di Peter Medak, o dell'altrettanto gentile e amorevole Jackie Weaver, madre con sorriso mefistofelico di una banda di criminali di Melbourne nell'australiano ANIMAL KINGDOOM di David Michod. Su un autorevole sito di cinema ho letto come il film di Aldrich sia impeccabile nella ricostruzione dell'epoca in cui e' ambientato, ma altrettanto superficiale per quanto concerne l'analisi sociale e politica di quel periodo. Trovo invece che il film mostri chiaramente le differenze sociali, specie nell'amarissimo finale, con Barbara che viene ripudiata dal padre dopo la liberazione, che avrebbe preferito vedere la figlia morta, anziche' viva ma con la vergogna delle violenze subite da una banda di morti di fame avidi solo di ricchezze e che tutto sommato non e' poi tanto diversa da quella ricca e viziata borghesia che Barbara e suo padre John Blandish rappresentano. Incredibile come nel film non si faccia altro che parlare di denaro, in ogni momento e in ogni istante e come i personaggi del film siano pronti a scannarsi come cani rabbiosi per procurarselo, dal viscido e impomatato Eddie (Tony Musante) fino al contadino che nel finale corre dietro a John Blandish per reclamare la ricompensa per aver fornito preziose informazioni. E' chiaro che se poi si voglia vedere la sofferenza che ha patito il popolo americano in quei difficili anni, pestati e sfruttati dai padroni, bisogna vedere un titolo come FURORE di John Ford, e non un film come GRISSOM GANG che e' in primis un crudo e violento crime-movie. Come già specificato, la pellicola di Aldrich non ebbe successo e verra' presto dimenticata, stessa sorte capitera' al bellissimo esordio registico di Walter Hill, L'EROE DELLA STRADA del 1975, altro splendido film-documento sulla grande depressione.
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