Regia di Jacques Becker vedi scheda film
"Grisbi" è uno di quei film che ho voglia di rivedermi ogni tanto, e che non mi delude mai. Anzi, ogni volta mi piace di più. Il regista tesse con grande tranquillità, ma anche con molta fermezza, un intreccio di discreta mole, e di pari passo costruisce la tensione. Più della trama, tuttavia, contano i personaggi e la loro definizione, e naturalmente le atmosfere. A questo proposito è interessante notare che alcuni essenziali nodi narrativi non vengono mostrati, ma solo raccontati alla svelta dai personaggi: mi riferisco alla soffiata sul colpo che Riton fa alla sua donna, nella speranza di riconquistarla; e poi la soffiata di quest'ultima al capo Angelo.
I personaggi sono tutti ben tratteggiati, ma uno che a me ha colpito parecchio (non so neanche perché) è l'amico del protagonista dagli occhiali col fusto grosso, che lo aiuta nella parte finale.
E' curioso, poi, il ritratto della mala che fa Becker. Da una parte ci sono quelli che sono criminali sì, ma hanno ancora un codice etico e credono molto nell'amicizia e nella parola data; dall'altra ci sono quelli proprio senza scrupoli, che pare siano coloro che nella realtà avrebbero prevalso.
Come in quasi tutti i film del regista, un posto di preminenza lo ha il tema dell'amicizia, che per importanza supera il denaro. Su questo punto il regista sa anche commuovere con grande semplicità. Poi c'è anche il classico tema dell'ultimo colpo prima del pensionamento dal crimine, che però sarà quello che costerà più caro.
E' un film che sa avvolgerti con grande naturalezza e senza calcare la mano, ed è molto diverso dai suoi omologhi d'oltreoceano. Non ne rappresenta il superamento né il gradino inferiore, ma semplicemente qualcosa di diverso, ma parimenti riuscito. Non sempre l'Europa ha scopiazzato gli Stati Uniti. Per ultimo, ai perplessi dico che per accostarsi a questa pellicola c'è bisogno di un pizzico di pazienza, una certa dose di attenzione, e pure di rivedere il film più di una volta. E' un'opera il cui valore può sfuggire ad uno sguardo superficiale o troppo avezzo ai film di oggi, come accadde a me la prima volta. A poco a poco, infatti, si capisce di avere davanti un film perfetto.
Grande: laconico e aspro allo stesso tempo, con una grande umanità sotto la crosta
Muso duro e sguardo truce: un perfetto capo gangster senza pietà
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