Regia di Howard Hawks, William Wyler vedi scheda film
Parabola capitalistica variegata che parte da una storia di frontiera per concludersi in un mèlo colmo di rimorsi. La malinconia del finale ridisegna lo schema del film, sono d'accordo quindi con Mereghetti che sottolinea i diversi elementi cari ai due registi con Hawks sul versante dell'amicizia virile e Wyler su quello drammatico e oscuro, senza dimenticare la regia di Richard Rosson nell'indimenticabile inizio in un tripudio spettacolare di tronchi d'albero ed esplosioni in un fiume ghiacciato. Considerando le tante (troppe) mani, l'opera funziona, addirittura risultando equilibrata, evidenziando i diversi approcci ma anche aiutando in questo modo a distinguere i due piani temporali in cui si sviluppa il plot. Il passare del tempo così si drammatizza per bene e i rimpianti, depositandosi negli animi dei caratteri offuscano il successo e la sicurezza sociale. Dunque se Arnold è di una fisicità dirompente è l'incantevole e sfortunata Frances Farmer il personaggio guida, forte e intenso come gli altri ruoli ben ridisegnati dall'adattamento di Murfin/Furthman su di un'opera di Edna Ferber, lasciando che i toni melodrammatici della vicenda sentimentale dominino il soggetto. L'ottimismo tipicamente americano infine trionfa, lasciando che le generazioni future imparino da quelle passate per migliorare la propria vita, nel businness (i nuovi brevetti) e nell'amore (basta unioni d'interesse), portando con sè una visione progressista della società (il nuovo piglio ecologico del figlio di Barney ad esempio).
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