Regia di Henry Hathaway vedi scheda film
"e allora difenditi brutto figlio di buona donna!" con questa frase il protagonista del film si appresta ad affrontare in una lotta impari i suoi avversari.
Siamo nell'Arkansas degli anni '80 del XIX secolo, e le insidie della civiltà non permettono più alla generazione di cui fa parte Rooster Cogburn di applicare la legge alla vecchia maniera della sei colpi. Questo attempato sceriffo dedito all'alcool, ma per niente domo, troverà un riscatto in un'anomala caccia all'uomo, commissionatagli da una sveglia quindicenne, decisa a vendicare l'assassino del padre; insieme a loro si aggiunge un ranger del Texas, non troppo sveglio ma vitale per il successo dell'impresa.
Tra gli aspetti interessanti del film vi è innanzitutto l'interpretazione di John Wayne, premiata con un Oscar che, giustamente, ha lasciato qualche perplessità: il film in sè non propone tematiche di grande innovazione, anche in questo caso (come già messo in scena altre volte) si assiste all'impresa di un gruppuscolo scalcagnato in un itinerario tortuoso che grazie ai pericoli ed alle insidie vede cementarsi i propri rapporti e stimolati i comportamenti più nobili.
É da riconoscere che John Wayne esce dal personaggio del probo sceriffo "cappa e spada", pur restando nell'orbita definitivamente conservatrice Cogburn è un personaggio senza scrupoli: non compra whiskey, lo requisisce; memorabile la testimonianza al processo in cui ricostruisce un episodio di "legittima difesa"; si accorda con i commercianti per rivendere armi, vestiti e stivali degli avversari morti, emerge che ha fatto parte degli squadroni di predoni del generale Quantrell. Commovente e cinico il momento in cui alla morte del ranger riflette "questo texano, mi ha salvato la vita due volte. E la seconda volta ne è morto" e aggiunge "beh, ora vediamo di non fare la sua fine".
I limiti del film stanno in uno svolgimento che fatica ad avviarsi: la prima ora dedicata quasi interamente alla figura della giovane Mattie Ross non decolla, i battibecchi con i vari personaggi del villaggio sono piuttosto retrò. Mentre dalla partenza della missione si possono godere momenti più interessanti, con paesaggi verdeggianti, dai colori saturi e, chiaramente, d'azione. Un ulteriore limite si può osservare proprio nell'evoluzione della caccia al gruppo di banditi: insomma sembra che il regista sia più concentrato sull'aneddotica di Cogburn, che non perde occasione per narrare qualche episodio del suo passato, piuttosto che a una caccia che dovrebbe essere tesissima e soprattutto difficile da condurre. Insomma mentre altri personaggi prevedevano l'impossibilità di stanare la banda di Ned Pepper in un territorio sconfinato, il trio ci incappa praticamente per caso e diciamo che non è che emergano delle doti da segugio o un piano strategico per individuare il gruppo di banditi.
Piuttosto artificiale (come realizzazione) lo scontro finale che vede Cogburn "redini alla bocca" fronteggiare i quattro malviventi, palesemente realizzato con un carrello dove il Duca, comodamente, faceva roteare il Winchester e sparava all'impazzata, mentre altri momenti lasciano più spazio ad episodi violenti, che già avevano caratterizzato il cinema in quegli anni: i due malviventi che quasi si uccidono a vicenda con tanto di dita mozzate.
Curioso inoltre il contesto costellato da personaggi individuabili grazie a dei "segni" fisici: Cogburn, che ha perso un occhio, gira con una benda, Tom Chaney (l'assassino del padre di Mattie) ha una macchia nera sulla guancia, Ned Pepper (capobanda interpretato da un giovane Robert Duvall) ha un labbro spezzato.
Un film quindi interessante che seppur con dei limiti riesce ancora ad affascinare.
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