Regia di Giorgio Diritti vedi scheda film
Titolo acclamato e per fortuna (non sempre capita...) per me decisamente meritevole. Una storia semplice, attori/non-attori che tradiscono una recitazione a volte amatoriale, situazioni un po' troppo artificiali, ma il messaggio intenso e problematico che il regista voleva trasmettere colpisce intensamente. La fine di una società basata sui valori e sui tempi della natura è ormai totale, i pochi tentativi di continuare le tradizioni si infrangono contro i limiti dell'uomo moderno. La comunità è solo un insieme di pseudo eremiti obbligati dalle circostanze a convivere, ma il concetto di collettività è compromesso dall'individualismo del sistema consumistico. Così l'alpeggio e la montagna diventano dei luoghi sterili, abbaglianti nella loro intrinseca bellezza, ma ostaggi e vittime della visione turistica che tramuta ogni cosa in un prodotto da consumare. Diritti evita il rustico-chic che piace tanto ai 'cittadini' e chiude la storia nel pessimismo, valorizzando in questo modo tutto il resto del racconto e facendo dimenticare alcuni momenti meno riusciti. Complimenti per aver acceso i riflettori su una realtà molto evidente in tutte le zone alpine e io che frequento molto le Prealpi lombarde non posso che sottolineare.
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