Regia di Giorgio Diritti vedi scheda film
Paesaggi sterminati in cui si staglia, nitida, la figura dell'uomo primitivo. La roba, di verghiana memoria, in realtà non è mai appartenuta ai pescatori siciliani più di quanto non appartenga ai montanari delle Alpi; più si avvicina la lente a realtà retrograde e chiuse e maggiormente emergono le miserie dell'animo umano, compreso l'attaccamento più pidocchioso alle cose, ad una terra che appartiene a noi e di cui rivendichiamo ogni diritto anche quando non ci serva a nulla, l'occhio xenofobo, l'intolleranza verso i costumi altrui e l'altrui indifferenza alle nostre tradizioni, l'invidia e la malignità. E' una sorta di dogville montana, nella quale i cittadini del paesino, pur nella diffidenza, si mostrano aperti e disponibili, accoglienti oltre ciò che ci si aspetterebbe ma nella stessa misura spietati e micidiali sul lungo termine. I paesaggi bucolici sono meravigliosi e la telecamera non si fa tema di indugiare sugli stessi a scapito di un ritmo lento che può risultare noioso, i dialoghi sono impegnati e profondi, gli attori straordinari se si considera che sono per lo più non professionisti. Diritti confeziona davvero un buon prodotto che merita ogni lode per le sue caratteristiche documentaristiche e per la buona perizia tecnica con cui è sviluppato. Occhio ai sottotitoli, senza gli stessi molte parti appaiono totalmente incomprensibili. Voto: 8.
Piacevole. Per quanto sia a tratti monotona, ben si abbina alle immagini.
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