Regia di Giorgio Diritti vedi scheda film
A Chersogno,un paese delle alpi piemontesi abitato per lo piu' da persone anziane e in cui resiste una comunita' di cultura occitana (per lunghi tratti i dialoghi del film sono in lingua d'oc),arriva Philippe un pastore di capre che ha intenzione di comprare una casa. Nella cittadina c'è divisione sulla utilita' di inserire nuovi membri nella comunita'. Alla fine Philippe si trasferisce al paese insieme alla sua famiglia ma rimane circondato dalla diffidenza di parte della comunita' e non mancheranno i momenti di tensione. Giorgio Diritti ha fatto un film bellissimo,uno di quelli che fanno prendere un po' di fiato ai tanti che stanno sempre li a starnazzare sulla morte del cinema italiano. E' un film sulla capacita' o incapacita' di accogliere gli stranieri,di integrarsi con gli altri,di rivedere talune regole di vita per meglio convivere in civilta'. E' un film sull'ostinata voglia di rimanere legati alle proprie radici,alla saldezza di abitudini che hanno resistito all'usura del tempo. Anche se si sara' indotti a prendere posizione a favore di qualcuno,alla fine si apprezzera' la fiera genuinita' di tutti,l'orgogliosa voglia di ognuno di rimanere se stesso. E' un film sulla ricerca del giusto equilibrio tra uomo e natura,tra i rapporti generazionali,e sembra svincolato dal nostro contingente quando invece vi è tremendamente partecipe. Senza la retorica dei buoni sentimenti il film ci restituisce un senso pieno dell'esistenza fatto di sottrazioni. C'è lo sussurra come il vento da cui tutto torna.
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