Regia di Giorgio Diritti vedi scheda film
Credo che se siamo ancora alla ricerca dell'erede di Ermanno Olmi ,beh ci possiamo fermare qui,l'abbiamo trovato e non casualmente è un suo allievo.Con la sua costruzione verista,realista o neorealista come la volete chiamare questo è il film che mi ha ricordato meglio il capolavoro immortale di Olmi,quell'Albero degli zoccoli che andai a vedere bambino al cinema con mio padre e che mi rimase impresso sia negli occhi che nel cuore.Qui la storia e l'ambientazione sono diverse ma l'aria che si respira è quella:che cosa succede se un estraneo si volesse impiantare con la propria famiglia in un paese di poche anime arroccato sul crinale del monte nascosto in mezzo alle Alpi Occitane?Succede quello che si vede nel film:diffidenza,volonta'di difesa del proprio territorio,della propria identita'di cui si è cosi'orgogliosi,fino a nutrire una vera e propria ostilita'verso il nuovo arrivato.E'un film che parte da una piccola storia per raccontare i massimi sistemi,che parla di immigrazione,tolleranza.E'vero,ha qualche snodo irrisolto,ha un finale inaspettato e fortemente simbolico(la contaminazione della societa'?la fine della purezza?)ma cio'non toglie che è un notevolissimo esempio di cinema fatto con pochissimi soldi e moltissime idee,fatto con attori non professionisti e dialogato quasi sempre in dialetto stretto per giunta sottotitolato.Decisamente una boccata d'aria fresca per il nostro tanto vituperato cinema....
non male
bravo
non male
non male
ottima regia
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