Regia di Giorgio Diritti vedi scheda film
Un ex professore passato a fare il pastore e a produrre formaggi (Toscan) lascia la sua residenza sui Pirenei - dove stanno per costruire una centrale nucleare - per spostarsi, con la bellissima moglie e i tre piccoli figli, a Chersogno, un paesino del Monviso di pochissime anime, dove si parla ancora la lingua d'Oc. L'arrivo del forestiero è visto con diffidenza da alcuni, come un'occasione per una maggiore vitalità da altri, vicesindaco in testa. Sarà la diffidenza, che si concretizzerà in perfidia e sabotaggi, ad avere la meglio e a costringere il pastore e la sua famiglia ad abbandonare il paese.
Con un piccolo miracolo produttivo realizzato anche grazie alla amichevole partecipazione degli abitanti di Chersogno, l'esordiente Diritti - un passato da documentarista - firma un magnifico film sulle contraddizioni delle piccole comunità, sulla xenofobia come tratto culturale. Siamo dalle parti del cinema di Olmi e di Piavoli, meno incline ad estetismi e lirismi e più sociologico, parlato in tre lingue (italiano, occitano e francese), realista, sorretto da una sceneggiatura non troppo rigida, con sprazzi di autentica poesia.
Nel 2006 ha vinto la Rosa Camuna d'oro al Bergamo film meeting.
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