Regia di Werner Herzog vedi scheda film
Devo sostenere l'opinione equilibrata di Bendix: gran parte del film infatti è proprio una sorta di anticipazione del finale, con la sfida grandiosa della scalata del Cerro Torre (Patagonia), di una ripidezza spaventosa e in mezzo a intemperie alquanto sfavorevoli. Nonostante una certa approssimazione riscontrabile appunto nella parte iniziale, il fascino resta presente accumulando l'attesa, e la vicenda scorre anche abbastanza bene, in una atmosfera di fondo quasi sospesa e con l'oppressione profittatrice del sistema di certa televisione (leggi: pressoché tutta). Ma come sempre, la natura fa sentire la sua potenza e la sua essenza inquietante, misteriosa, vuoi nella sua incommensurabilità, vuoi nella sua imprevedibilità, vuoi nei suoi "piani regolatori" enigmatici, vuoi nella scena finale della scimmia in gabbia che si fuma una sigaretta con aria distaccata (vedi anche il finale reale-irrealistico dei polli ne La ballata di Stroszek). Il cast non è poi così male, ma il migliore è di certo Brad Dourif in un ruolo minore in quanto a minutaggio, ma determinante per l'essenza del film. Un'opera minore di un grande regista tra i più originali, non può comunque passare inosservata o risultare del tutto irrisolta. 7 1/2
Domina l'emozione di Richard Wagner nei momenti topici.
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