Regia di Davide Sordella vedi scheda film
Dopo 10 anni Sergio (Gifuni) torna per il Natale nella casa dove ha vissuto con i suoi fratelli più piccoli. Cogliendo l'occasione data da una radio che ha lasciato i microfoni aperti, il fratello Roberto (Rongione) vuole raccontare il fatto pruriginoso che accadde 10 anni prima e che indusse Sergio a un così lungo esilio.
Il film di Davide Sordella, ridicolo a partire dai titoli ostentatamente in inglese (a film by...) ha tutt'altro che il respiro del lungometraggio internazionale. Dichiaratamente di impianto teatrale, interamente girato in una cantina (le locations sono in Piemonte), Fratelli di sangue è uno psicodramma loffio a forti tinte parapsicologiche, nel quale si rievocano gli eventi scabrosi occorsi in una famiglia corrosa da rivalità e gelosie. Il regista vorrebbe collocarsi sulle orme del Tornatore di Una pura formalità, confondendo il piano della realtà con quello dell'immaginazione. Non riesce però che a ricavarne un'opera presuntuosa, verbosa, con un casting male assortito (le inflessioni della Bobulova e di Rongione, che da anni vive in Francia, creano un cortocircuito rispetto alla storia narrata), un tentativo balbettante di creare una suspence a partire da un sottotesto telefonatissimo fin dalle prime battute e con un sonoro in presa diretta davvero pessimo.
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