Regia di Alexis Damianos vedi scheda film
Non è male, ma non capisco le lodi sperticate di Jean Marie Straub. Sono praticamente tre storie contenuta in una, dove la prima fa appunto da contenitore.
La prima parte è quella che mi è piaciuta di più, malinconica e lirica. Il protagonista - se così possiamo chiamarlo - lascia le montagne per raggiungere Pireo e prendere la nave per emigrare in Australia. Non ne può più infatti della povertà che lo tormenta. Qui il regista ci offre diverse belle immagini delle montagne greche in primavera, con una delicata musica di sottofondo, la quale conferisce una certa poesia alle immagini.
Sono rimasto un po' confuso, poi, quando il personaggio passa in secondo piano la prima volta, quando cioè l'attenzione si sposta sulla ninfomane (una donna che non può fare a meno di fare sesso con tutti gli uomini che incontra). Infine, quando il personaggio arriva a Pireo e sta per prendere la nave, ecco che il regista segue il triste intercorso di una coppia: lui duro, crudele e scontento, lei innamorata e disperata; liti, lacrime, botte, parole che feriscono...
Che dire in generale? Secondo me è un film che ha momenti di grandezza, soprattutto nella prima parte, e altri di scarsa tenuta. Forse manca si coesione interna, forse cioè le storie contenute non legano bene tra loro. Veniva meglio, secondo me, se si mettevano sullo stesso piano tutti i personaggi, e non si privava lo spettatore del primo proprio quando inizia a interessarsi alla sua vicenda. In ogni caso è un film singolare, che in certi passi (quelli poetici) ricorda vagamente Tarkovskij.
Voglio anche rilevare che la trama come riportata nella scheda ha molti errori; ricalca solo vagamente quella che c'è effettivamente nel film.
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