Regia di Michele Carrillo, Claudio Cupellini, Francesco Lagi, Roan Johnson vedi scheda film
Mentre nella primavera del 2006 il calcio italico marcisce sempre di più tra gli intrighi del direttore sportivo Moggi e le scommesse del calciatore Buffon, il cinema vara - sotto gli auspici di Paolo Virzì - un bel film in quattro episodi sui lati meno noti ma altrettanto poco edificanti del mondo del pallone. Il primo episodio ("Meglio di Maradona", di Michele Carrillo) racconta la rapida parabola di un ragazzino napoletano di dieci anni con i piedi fatati (Guasco): la Juventus lo vuole con sé ma il fenomeno in erba preferisce il suo mister verace (D'Angelo) e i suoi amici di sempre all'atmosfera ingessata della società piemontese. Il secondo episodio ("La donna del mister", diretto da Claudio Cupellini), esplora il mondo del calcio femminile: un allenatore despota (Ravello) è in procinto di sposarsi con una malcapitata (Rohrwacher) alla quale una calciatrice lesbica apre gli occhi prima che sia troppo tardi. Il terzo episodio ("Balondor", di Francesco Lagi) è appena sotto gli altri: un procuratore improvvisato e sprovveduto (Alberti, che qui Gigioneggia un po' troppo...) cerca di combinare un affare col Milan, portandogli un bambino del Mali che è pieno di talento ma è cardiopatico. L'ultimo episodio ("Il terzo portiere", di Roan Occam Anthony Johnson) racconta una storia dei giorni nostri: un portiere che ha nel curriculum i campi della serie A (Mastandrea, che qui esibisce un credibilissimo accento toscano) vorrebbe vendersi una partita decisiva insieme a due compagni: ma l'occasione di poter giocare ancora una volta dopo tanta panchina lo fa desistere all'ultimo momento. Più che un film sul calcio, 4-4-2 è un film dove il calcio fa da sponda alla misura socioantropologica di certe stramberie tutte italiane, guardando ora al contrasto culturale (il settentrione e i meridione del primo episodio), ora a quello di genere (le donne e gli uomini de "La donna del mister"), agli stereotipi dell'occidente ricco e dell'Africa povera ("Balondor") e alle meschinità della provincia ("Il terzo portiere"). Il tutto condito con efficace senso narrativo e umorismo.
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L'episodio che preferisco è il 4°, mentre sono d'accordo sul fatto che il 3° sia il meno riuscito: il pregio del film è appunto quello di trattare il tema calcio di striscio, mentre il 3° è troppo esplicito nel mettere in scena la fauna umana che conosciamo. Poi Francesca Inaudi, lesbica o no, è sempre molto carina.
Mi sembra di capire che i tuoi voti sono più ai registi che agli episodi in sé, anche perché la valutazione complessiva di "buono" non concorderebbe con voti tanto bassi dati ai quattro episodi. Sbaglio?
Sì, Sasso, sbagli ma in perfetta buona fede. Voti e opinioni sono tratti da un mio database personale nel quale i voti stessi sono espressi in una scala da 1 a 6 con i mezzi punti (quindi di fatto è articolata su 11 pioli). Quindi un 5 corrisponde a un 8/8,5, un 4,5 a un 7 circa e così via.
Ciao
La tua osservazione mi dà l'occasione per rimediare, dove posso, all'errore fuorviante, togliendo i voti espressi in sesti. D'altronde anche l'opinione per esteso, nel caso in cui i voti fossero stati espressi in decimi, concorderebbe con i voti stessi. Ariciao
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