Regia di Vicente Aranda vedi scheda film
Sensuale, intensa apologia dell'intimo "vissuto" di una donna emancipata, che si annulla per amore della "passione". Questa Belen sì che è davvero sensuale: realmente, senza artificiose patinature. Film che merita una visione voto 7
La passione turca
Tanto va la gatta al lardo...
Come ci sono gli uomini finiti male per aver ragionato col il pisello più che con il cervello, oppure con gli “attributi”... così esistono le donne finite male per aver ragionato con la “farfallina”.
Una vera “puttana”, come lei stessa ama definirsi in più d’uno dei suoi slanci passionali... termine per altro, che se riferito a certe donna, assume diverse accezioni, certi toni... non sempre denigranti... anzi... alcune se ne vantano.
Come e più di un uomo.
Sceneggiatura cruda, aspra, molto realistica, come le interpretazioni... tipiche di un certo cinema spagnolo o, comunque, è un Vincente Aranda riconoscibilissimo... (non come è successo ad un certo Almodovar... celebrato regista oramai decisamente focalizzato su di un cinema di stampo, o meglio, improntato, all’omosessualità)
Attori perfettamente nella parte; la protagonista, Ana Belen, sprizza sensualità letteralmente da tutti i pori: un cognome, una garanzia! J
Come quello della protagonista, Desideria! (doppiata, per altro, in maniera ineccepibile). Così come pure il cast maschile.
Scene al limite dell’erotico, magnificamente interpretate e di una sincerità, una lealtà, anche intellettuale, di rara reperibilità: da manuale la scena di sodomia, con il ciondolo che rintocca le spinte virili su di una brocca dorata, riflettente l’espressione gaudente della donna in estasi.
Desideria, fedele al suo nome, è donna dedita alla passione – a tratti insana – come e più delle sue amiche “emancipate”; innamorata del piacere erotico, a cui invece par esser fedele... le capita quindi di tradire il marito, troppo a modo per un carattere focoso, ardente come il suo, proprio durante il viaggio di nozze in Turchia, con un’avvenente quanto sessualmente aitante e ben dotata, guida turistica; ne resta in cinta quando tutti la credono oramai sterile, mentre è il marito ad esserlo!
A cornificazione smascherata, nascerà un figlio – della colpa – che il marito, debole, accetterà come suo, per difender il suo orgoglio; ma il nascituro morirà in tenera età.
In seguito al tragico – a lei neanche troppo – evento, quasi si fosse liberata di un peso sulla coscienza... (avrà modo più avanti di rimpiangere una maternità legittima)... la fedifraga torna allora in Turchia, riprendendo la rovente relazione basata sul sesso, con l’ardente amante, Yaman, ora promosso a compagno.
Dapprima sono fuochi d’artificio mah... amplesso dopo amplesso... la già torbida relazione va offuscandosi; ignara di tutto e tutti, soprattutto della situazione anagrafica del compagno e adorato stallone, finisce col ritrovarsi sola in un paese a lei ostico quanto incomprensibile (si ridurrà a dover badare ai figli di lui, i quali ignorava, e a sottostare alla vigilanza della vetusta suocera matrigna).
Tenta allora un rientro in patria, la Spagna, ma subito, avvertendo la mancanza di quel sesso che pare averla stregata, ne fuggirà di nuovo verso Istanbul.
L’amante però, la porrà stavolta di fronte a delle severe imposizioni (tra cui interrompere la gravidanza insperata) che subito faranno optare per un’altra fuga a casa, dove le viene anche presentato un uomo per bene... lei lo “prova”... si sforza di resistere... ma il richiamo della carne è forte al punto che la donna, come se si arrendesse ad esso, quasi fosse una maledizione, tornerà in Turchia rassegnata; pensando, anzi, imponendosi... d’impegnarsi nella relazione con Yaman, a cui cerca di dare una svolta dal torbido in cui era scaduta... e nel lavoro di “venditrice di tappeti” che lo stesso compagno le aveva precedentemente procurato.
Solo allora scoprirà invece, che l’uomo, la sua “Passione turca”... le è infedele, e da tempo anche. Ella dovrà così sottostare a certi intrallazzi, giusto per ricevere ancora le attenzioni del partner che l’ha tanto stregata.
Non resisterà a lungo nel suo malsano intento...
Fino a quando, dopo l’ennesima provocazione, umiliazione sessuale ricevuta dall’uomo, dopo aver cercato di ucciderlo... non fuggirà, ma più semplicemente se ne andrà... valutando la vacuità della sua – non più vita, ma esistenza... ora davvero solitaria che tanto le sa di sprecata.
Nel monologo finale, sullo stretto del Bosforo battuto dal vento, con le guglie bizantine di Santa Sofia sullo sfondo... sola, con i bagagli pesanti come i fardelli che la sua coscienza si porta dietro da una vita, quasi in maniera inconsapevole...
solo ora la donna realizzerà: le riuscirà di far tacere la calda femmina...
e parlerà, finalmente, la risoluta donna!
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