Regia di Joe Dante vedi scheda film
Lo strambo inventore Rand Peltzer trova in una bottega di Chinatown un grazioso mogwai che decide di regalare al figlio Billy. I venditori suggeriscono, quasi intimano a Rand, di seguire tre semplici regole. L’arrivo del mogwai nella cittadina dove risiedono i Peltzer finirà per sconvolgere le esistenze dei presenti, perché le tre regole, per quanto semplici, non sembrano così facilmente applicabili…
Raro caso di horror comedy, esemplificativo di un sottofilone che non ha preso mai completamente piede. E non perché la commistione tra i generi non fosse succulenta, tutt’altro, il problema è che il regista Joe Dante, figlioccio artistico di Roger Corman (che con “La piccola bottega degli orrori” è forse il capostipite del filone) pur essendo colui che in assoluto ne ha interpretato meglio i fondamenti, ha incontrato, dopo questo “Gremlins” una serie di disavventure professionali e inciampi produttivi che di fatto ne hanno chiuso anzitempo la carriera.
La storia, firmata da Chris Columbus, è molto accattivante, tanto credibile (per quanto si parli di fantasy) da aprirgli una carriera nel genere “teen-movie”, sia come scrittore (altra storia riuscita è quella de “I goonies” dell’anno successivo), sia dietro la macchina da presa (dall’inenarrabile successo di “Mamma, ho perso l’aereo” fino ai primi due film dedicati a Harry Potter). Anche la fotografia merita, talmente valida da rivalutare perfino le scenografie decisamente insufficienti.
Sorprendente rappresentatività dell’America di provincia degli anni ’80, delle sue mode ma soprattutto delle sue manie (i mostriciattoli che fanno ginnastica - alla Jane Fonda - ne sono un esempio validissimo). Musiche firmate dal premio Oscar Jerry Goldsmith e ricercato citazionismo cinematografico. Piccolo cult da vedere.
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