Regia di Brett Sullivan vedi scheda film
"Unleashed" significa liberato, sfogato; quando qualcosa di represso si libera si slega e fa macelli. Anche il secondo capitolo dell'unica serie sui lupi mannari degna di Landis e Dante, libera la mostruosità adolescenziale con non pochi livelli di interpretazione che si sovrappongono tra loro senza permetterci un'interpretazione unica e chiara. Se nel primo capitolo la mutazione del corpo adolescente era avvicinata, forse demonizzata?, con quella licantropica, qui abbiamo la repressione della mutazione attraverso la droga. Come leggere quindi tra le righe, e soprattutto cosa leggerci? L'ambivalenza dei sottotesti non è nuova negli horror, basti ricordarsi di chi come Jason o Michael rappresentavano o la punizione di chi trasgrediva ai codici morali, assumendo così un significato repubblicano, reazionario e conservatore, oppure rappresentavano la critica alla società conservatrice americana colpevole di "castrare" le libertà dei giovani. Un'ambivalenza che troviamo anche qui in "Ginger Snaps: Unleashed". Da un lato la mutazione licantropica è vista come un male, come una malattia da curare, quindi è il Male da combattere, come?, con la droga: interpretazione non poco originale. Dall'altro, se il Male fosse la droga, allora l'impeto animale addormentato in ognuno di noi è l'aspetto più primitivo, e quindi più vero, che va salvaguardato, ma che le giovani vittime della società d'oggi non riconoscono come un bene e tendono quindi a reprimerlo. Se poi vogliamo accostare alla licantropia, come al vampirismo, il passaggio dall'eterosessualità all'omosessualità, le cose si complicano, anche piacevolmente. Comunque a monte delle varie interpretazioni, ecco che il film, nonostante al timone non ci sia il John Fawcett del primo seminale capitolo, è un pregievole prodotto di genere, attento alle atmosfere, al si vede e non si vede (dovuto anche alla pochezza di mezzi ed effetti speciali), attento anche al perturbante sempre vivo e presente in tutta la pellicola. Essendo un vero film horror, non è un caso che sia passato inosservato, mentre i baracconi da blockbuster riempiono immeritatamente le sale.
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