“E’ facile sapere contro cosa ti batti, più difficile sapere per cosa ti batti”. Le parole pronunciate dal protagonista del film pochi momenti prima dell’epilogo esprimono bene la drammaticità e la mancanza di certezze insite nell’impegno politico più rigoroso. Come spesso accade, quello di Ken Loach è cinema militante, cinema schierato, cinema che può anche essere tacciato di manicheismo, ma grande cinema, come è lecito attendersi da un grande autore. Questa è forse una delle sue opere più tristi e violente. La vicenda raccontata potrebbe adattarsi a decine di situazioni che vedono un popolo in lotta contro uno Stato straniero che ne occupa il territorio. Il contesto è paradigmatico: di qua i buoni, di là i cattivi. I buoni, però, si spaccano tra chi finisce con l’accettare compromessi con il nemico e chi si ostina a volere una Irlanda indipendente, repubblicana e cattolica. Già, cattolica... La Chiesa, però, assume una posizione collaborazionista nel codardo intento di placare la tempesta. Le contrapposizioni all’interno dei resistenti si esasperano. Non può che finir male. L’intero film è pervaso di pessimismo, è duro e a tratti sgradevole, soprattutto nella rappresentazione della violenza. Il ritmo della narrazione, però, non viene mai meno, gli interpreti sono tutti adeguati, capaci di non recitare sopra le righe, anche in sdituazioni la cui estrema drammaticità avrebbe fatto perdonare un eventuale sbandamento melodrammatico. Un bel colpo del caro vecchio Ken Loach.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook, ma c'è un nick con lo stesso indirizzo email: abbiamo mandato un memo con i dati per fare login. Puoi collegare il tuo nick FilmTv.it col profilo Facebook dalla tua home page personale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook? Vuoi registrarti ora? Ci vorranno pochi istanti. Ok
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta