Regia di Alejandro González Iñárritu vedi scheda film
Tra Marocco, Tunisia, Messico e Giappone...tutta una grande torre, fatta di uomini, razze, culture, sentimenti. Alejandro Gonzàlez Inàrritu ("Amore perros", "21 grammi") entra bruscamente all'interno di essa, scardinandone certezze, mettendo in luce le sensazioni forti di solitudine, estraneamento, incomunicabilità tra le razze ma anche tra cittadini dello stesso paese o membri della stessa famiglia. E' un puzzle enorme quello di Inarritu, nel quale il regista cerca di rendere nota la sua visione del mondo contemporaneo, dove ancora una volta l'America (quella che si dichiara con la A maiuscola) impone il suo volere sulle cose, travisa notizie, da una perfetta immagine di se stessa; quel mondo in cui se sei nato nella parte "sbagliata" paghi con eccesso ogni errore; lo stesso mondo nel quale non hai modo di rettificare ai tuoi sbagli; quello stesso mondo nel quale, tuttavia, si può sempre giungere ad una conclusione avvicinando le anime, congiungendo le nostre mani, anche in un paese all'apice dell'industrializzazione e del potere economico, che orienta i suoi sforzi altrove e quasi mai al privato. Con il suo ormai inconfondibile stile, tra montaggi alternati e atemporali, con riprese quasi come opere d'arte il regista messicano si circonda ancora una volta di un grande cast (Blanchett, Pitt, Bernal,Chauddhry), entra nell'anima dello spettatore, scardinandone le certezze. Straordinario è l'utilizzo delle musiche...abominevole il doppiaggio italiano (ma erano messicani o trevigiani?).
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta