Regia di Bruno Dumont vedi scheda film
La freddezza di Bruno Dumont torna a rattrappire il nostro sguardo, a gelare i sentimenti di noi spettatori con questo nuovo duro colpo che stordisce chi ancora crede nei sentimenti come valore fondamentale dell'esistenza. Un giovane contadino belga si divide tra lavoro nella livida campagna delle Fiandre e le missioni di guerra alle quali partecipa come volontario, insieme ad alcuni coetanei del proprio paese. Frequenta saltuariamente una bellissima ragazza, amica dall'infanzia che gli si concede con una allarmante arrendevolezza e passivita'. L'amore tra i due, che apparentemente sembra nulla di piu' che un abitudinario sfogo fisico, in realta' cela ben altri sentimenti, sia da parte del ragazzo, sia da parte della ragazza. Il richiamo in terra straniera catapulta il militare in un incubo di violenza e devastazione fisica e morale, dalla quale riuscira' a salvarsi solo tra tutti i commilitoni. Il ritorno servira' quanto meno a far tornare in se la giovane e, forse, a unire due anime sole e senza piu' un barlume di emozione.
Il sentimento, l'emozione, latitano nel mondo filmato da Dumont. I suoi personaggi sono ancora una volta la rappresentazione dell'apatia e della rassegnazione ad un destino di solitudine e violenza. L'amore non esiste, o meglio forse esiste ma non si celebra, ed e' sostituito piuttosto da una pura esigenza fisica che si traduce in una passiva disponibilita' da parte della giovane, e da un paio di minuti di sfogo da parte del soldato. Entrambi pero', pur non riuscendo a dimostrarlo l'uno all'altro, manifesteranno nelle reciproche assenze il bisogno di una presenza che scaldi un'animo devastato da una solitudine e uno squallore glaciali.
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