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Il labirinto del fauno

Regia di Guillermo Del Toro vedi scheda film

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La recensione su Il labirinto del fauno

di Gangs 87
10 stelle

“Tanto tempo fa, nel regno sotterraneo, dove la bugia, il dolore, non hanno significato, viveva una principessa che sognava il mondo degli umani […] Un giorno, traendo in inganno i suoi guardiani, fuggì. Ma appena fuori, i raggi del sole la accecarono, cancellando così la sua memoria. […] dopo qualche anno morì. Nonostante tutto, il Re fu certo che l’anima della principessa avrebbe, un giorno, fatto ritorno […]”


Spagna, 1944, dopo la guerra civile, Francisco Franco, regna sovrano, circondato da uomini spietati che lo aiutano a tenere saldo il potere, come il capitano Vidal, fresco sposo di Carmen, la madre di Ofelia, ragazzina dalla vivida fantasia e dalle tumultuose speranze, che viene in contatto con alcuni esseri fantastici che abitano un labirinto di pietra insieme ad un vecchio fauno che gli rivelerà la sua vera identità: lei è Moana, la principessa fuggita, la figlia del Re del mondo sotterraneo. Per dimostrare la sua vera natura, la piccola Ofelia, dovrà superare tre ardue prove, prima che sorga la luna piena. Guillermo del Toro da sfogo alla fantasia e tira fuori una pellicola ricca e suggestiva con una collocazione storica e locale imponente ma che non influenza il racconto immaginario. La bella e colorata fotografia, vivace e calda, coinvolge anche nei momenti più bui e Ivana Baquero, la giovane protagonista, è di una bravura commovente. Tutto sembra al posto giusto nel momento giusto, per una pellicola sorprendente per il modo in cui racconta la magia con normalità. Diversi i richiami evocati nelle tre prove che Ofelia deve superare: il sopruso umano sulla terra, il sopruso umano sugli umani visti come bimbi indifesi e il sacrificio per l’altro con tanto di sangue versato a gocce come lacrime che scendono calde dagli occhi di chi guarda, incapace di trattenere la commozione. Non riesco infatti a capire le fredde recensioni che ho letto in giro forse perché l’immensità e la bellezza di questa pellicola è “visibile solo agli occhi di chi sa guardare”.

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