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Il labirinto del fauno

Regia di Guillermo Del Toro vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il labirinto del fauno

di ROTOTOM
8 stelle

Fiaba nerissima. Ofelia alla fine muore, la bambina che sogna un mondo migliore e come Anna Frank viene uccisa dai nazisti, in questo caso il suo patrigno. Il mondo migliore le allevierà la pena della morte. Film abbastanza duro e crudo sospeso tra l'horror fantasy e il racconto di ordinaria resistenza alla crudeltà della guerra. Una sorpresa in effetti a chi si fosse aspettato una favola per bambini, con il fauno e le fate che sembrano uscite da Peter Pan. Ed è un po' racconto di Barrie anche, il Capitan Uncino è un crudele capitano nazista in missione sulle montagne spagnole a stanare i gruppi di partigiani durante la guerra civile del 1944 che malaccoglie la sua nuova moglie incinta e la di lei figlia, Ofelia appunto, avida lettrice di favole che per proteggersi dalla violenza e dai soprusi del genitore accquisito si nasconde, come tutti i bambini dalla fervida fantasia, nel suo mondo immaginario. Come Anna Frank si nascondeva in solaio. Come Peter Pan svolazzava nell'Isola che non c'è per non affrontare la realtà. E' solido come film, inaspettatamente drammatico e ben recitato, Ofelia la ragazzina protagonista è lontana anni luce dagli stereotipi delle bambine protagoniste di fiabe. E' mora, è triste e credibile nella sua parte predestinata al martirio. Il ritmo non è altissimo alla stregua dei fantasy ipertecnologici, anzi è proprio la lentezza, la progressione drammatica a dare plausibilità a tutta la vicenda, non facile, del mischiare elementi fantastici alla guerra di resistenza partigiana. Le creature immaginarie che interagiscono con la piccola protagonista sono infatti loro stesse decadenti, ammantate di un'aura di disfatta e orririfiche, sono le creature che una bambina spaventata da una realtà che non comprende crea con la mente per vincere la propria paura, per crescere e proteggersi. Cresce fino a superare la paura della morte, difendendo il fratellino appena nato dalle grinfie del patrigno, che la uccide. Ma la morte non è la semplice fine, è solo l'inizio della fiaba che salva l'anima della bambina dal buio della morte. Guillermo del Toro costruisce molto bene l'intreccio del film, facendo entrare in piena empatia chi guarda con lo sguardo della bambina che si rifugia dal male sognando ad occhi aperti. Questo con un semplice stratagemma: le scene fantasy/horror sono molto meno spaventose delle torture, del terrore che i nazisti instillano nella baita di montagna ai civili inermi. La crudezza di alcune scene sono alleggerite proprio dall'intervallarsi della presenza del fauno, figlio della terra, delle fate e dei "mostri" da affrontare come "prove" da Ofelia, mostri che lo sono molto meno degli umani che si uccidono con estrema malvagità. Una sorpresa, questo Labirinto del Fauno, labirinto della mente tutto sommato in cui tutto è veramente possibile, il cui senso più profondo, la potenza della fantasia come mezzo per difendersi dalla paura, rimane ben impresso nella memoria di chi, da ex bambino con fervida immaginazione ne possa aver sfruttato in passato le potenzialità e sepolto il tutto sotto le spoglie rassicuranti dell'adulto. Da non sottovalutare.

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