Regia di Guillermo Del Toro vedi scheda film
Guillermo Del Toro double Bill
Fra i tre film da me visti del regista messicano, "Il labirinto del fauno" è probabilmente il più compiuto. La riflessione sulla Storia che accompagna molte sue opere qui si concentra sulla Spagna del 1944, quasi alla fine del Secondo conflitto mondiale, e riprende le tematiche antifranchiste già esposte in "La spina del diavolo", da me non visto, su cui Del Toro ritorna con la giusta pregnanza e lucidita', ma se il film conquista e si pone come un punto fermo nella sua filmografia è soprattutto grazie al livello metaforico sapientemente costruito con la vicenda fiabesca del Fauno che appare alla piccola protagonista nel bosco e con tutte le creature fantastiche che accompagnano il cammino iniziatico della bambina, rese con indubbia bravura tecnica ed effetti speciali che riescono a suggestionare lo spettatore senza scadere nella banalità. Sì potrebbe obiettare che il film a tratti sia fin troppo ambizioso e metta forse troppa carne al fuoco, ma Del Toro conserva quasi sempre un pieno controllo sulla materia narrativa e la regia sa rischiare su scelte estetiche e figurative inusuali nel cinema degli anni Duemila, garantendo anche un buon livello di recitazione corale del cast in cui si rivedono attori come Sergi Lopez, Ariadna Gil, e in cui la piccola Ivana Baquero figura con una partecipazione spesso intensa e sentita. All'epoca fu accolto in maniera contrastante, a partire dalla celebre stroncatura su Film TV di Pier Maria Bocchi, ma oggi molti lo riconoscono fra i migliori risultati di Del Toro, forse anche superiore a quel "La forma dell'acqua" con cui sbancherà agli Oscar una decina di anni dopo.
Voto 8/10
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