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Marie Antoinette

Regia di Sofia Coppola vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Marie Antoinette

di hallorann
4 stelle

Dopo aver visto MARIE ANTONIETTE viene il sospetto che la regista Sofia Coppola sia stata finora un po’ sopravvalutata. IL GIARDINO DELLE VERGINE SUICIDE è stato il suo esordio dignitoso, adolescenziale e anomalo, poi LOST IN TRANSLATION storia di due solitudini sullo sfondo di un incomprensibile Giappone, fascinoso ma fortemente sorretto dai due protagonisti Bill Murray e Scarlett Johansson. Stavolta ha deciso di giocare una sfida piuttosto alta e ambiziosa, raccontare la regina Maria Antonietta di Francia, sposa infelice di Luigi XVI, costretta a lasciare la natia Austria a 14 anni per sposare il delfino di Francia per questioni esclusivamente politiche e di alleanza tra i due paesi. La Coppola partendo dalla biografia di Antonia Fraser ha scritto una sceneggiatura sicuramente più interessante della messinscena laccata e tediosa come la vita di corte in Francia, puntando su tutti quegli aspetti tipici di una teenager qualsiasi catapultata nella corte di Versailles, sull’inadeguatezza del ruolo ricoperto e sulla ripetitività quotidiana. Maria Antonietta infatti trascina la sua esistenza regale dalla fase di approccio e stupore per l’inutilità di gesti e cerimonie, ai capricci e alle feste, dalla freddezza di coppia alla tenera intesa, dalla mancanza di figli alle quattro “eredi”, fino alla scelta obbligata di schierarsi con la nobiltà più reazionaria e insensibile ai bisogni di un popolo (che non la amò mai) e la condannerà alla ghigliottina durante l’epocale Rivoluzione Francese. MARIE ANTONIETTE non è un film storico anche se la storia viene sfiorata e tenuta a distanza, non è esattamente una biografia ma il ritratto particolare di una regina, Sofia Coppola dà un tocco personale a tutta la vicenda iniettando talvolta le immagini di improbabili canzoni pop e rock anni ottanta che ci stanno come i cavoli a merenda. Un’opera infine che sa di vuoto e di noia, in cui si salvano solo l’autentica scenografia di Versailles dove il film è stato girato, i costumi di Milena Canonero e alcuni buoni interpreti come Kirsten Dunst (inebetita e vacua a dovere), il legnoso Luigi XVI di Jason Schwartzman, la cafonaggine di Madame Du Barry di A.Argento, lezioso e irrilevante il resto del cast.

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