Regia di Sofia Coppola vedi scheda film
La vicenda umana della principessa austriaca regina di Francia, dal matrimonio con Luigi XVI (1770) fino al trasferimento da Versailles a Parigi (6 ottobre 1789) sotto la pressione dei rivoluzionari; vengono quindi ignorati i suoi ultimi quattro anni di vita, passati da prigioniera e poi da vedova fino all’esecuzione. Un film che non si sa bene come interpretare: denuncia delle ingiustizie sociali dell’Ancien régime (fuori tempo massimo, direi)? semplice ricostruzione storica (molto, ma molto libera)? tentativo di riabilitare la figura della regina, in fondo vittima di circostanze più grandi di lei? descrizione di uno spaesamento esistenziale? Forse la vera protagonista è Versailles, emblema del predominio schiacciante della forma sulla sostanza (come detto, il film termina nel momento in cui i reali lasciano la reggia): alla regina che si lamenta dell’assurdo cerimoniale a cui deve sottoporsi al risveglio mattutino, “tutto questo è ridicolo”, risponde la maestra di cerimonie (Judy Davis, sprecata in una particina) “tutto questo, maestà, è Versailles”. Resta una vaga perplessità di fondo, ma l’impressione non è sgradevole. La Coppolina si conferma una regista da tenere d’occhio: magari sbaglia film, ma non inanella banalità in serie (cosa che, del resto, si può dire anche di suo padre).
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