Regia di Sofia Coppola vedi scheda film
Terzo film di Sofia Coppola, venuto subito dopo il trionfo di "Lost in translation", questo "Marie Antoinette" ha suscitato dibattiti critici fra i più accesi degli ultimi vent'anni, con la critica spaccata in due fazioni opposte e molte recensioni ostili soprattutto da parte dei francesi stessi. Rivisto con calma a distanza di anni, il film non sembrerebbe affatto da buttare, anzi, rimane opera formalmente affascinante che si giova delle scenografie autentiche della vera reggia di Versailles, dove la Coppola ho potuto girare senza problemi, ma anche dei bellissimi costumi di Milena Canonero, premiati con l'Oscar, e di una colonna sonora pop-rock che personalmente mi ha intrigato molto, dando una patina ovviamente moderna e fuori dal tempo ad alcune sequenze che a me non hanno disturbato nel loro voluto anacronismo. Si tratta di un bio-pic insolito, molto diverso dalle tradizionali biografie di personaggi in costume, un'opera che non pretende di analizzare la vita di Maria Antonietta sotto una prospettiva storico-politica, ma ci vuole dare soprattutto un ritratto intimo, un quadro della sua crescita e della sua condizione psicologica a partire dall'adolescenza, quando fu destinata al matrimonio con il futuro Re di Francia, fino alla sua fuga col marito durante la Rivoluzione. Le ambizioni della Coppola hanno partorito un'opera degna del suo gran nome? (considerato anche il fattore dell'eredità artistica da suo padre Francis). A mio parere il film è stimolante e ammaliante per l'occhio nella sua collezione di quadri animati ricreati con scrupolo maniacale, perfino kubrickiano in alcuni frangenti, ma rimane un'opera incompleta, che su una durata di due ore soffre almeno in parte di un partito preso registico di escludere la Storia con la S maiuscola dalla vita di Maria Antonietta, cosicché l'arrivo delle scene finali in cui la regina si affaccia al balcone con la folla inferocita sotto risulta fin troppo parziale e sbrigativo. Ben diretta Kirsten Dunst, attrice feticcio della regista che dà ad Antoine l'aria trasognata e immatura di una teenager contemporanea, e fra i caratteristi il migliore mi sembra proprio Jason Schwartzman, che restituisce in maniera credibile l'inettitudine di Luigi XVI. A mio parere un film riuscito a metà, un gradino sotto a "Lost in translation" e "L'inganno", ma che non merita le sbrigative stroncature di una critica sostanzialmente prevenuta a questo tipo di operazione.
Voto 7/10
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
All'epoca lo vidi al cinema e mi lasciò parecchio perplesso. Mi piacevano le contaminazioni musicali e l'apporto scenografico. Mi infastidì parecchio l'approssimazione delle inquadrature. E se Coppola inquadrò i microfoni che penzolavano dall'alto sopra gli attori per scelta artistica, per dare un taglio teatrale e antistorico al suo cinema, allora posso dire di non aver gradito affatto.
Ciao Stefano. Buon inizio di anno accademico.
Ciao Roberto che piacere risentirti... Dal tuo commento mi sembra che ti posizioni fra i detrattori del film, che sono parecchi... A me le contaminazioni musicali sono piaciute quasi sempre, le ho trovate un'idea forse discutibile ma sicuramente originale. Dal punto di vista formale non avrei da lamentarmi, i tableaux della Coppola li ho trovati ricchi e curati e acquistano molto dall'essere girati nella vera Versailles, dunque su questo punto forse abbiamo opinioni non proprio concordi. Per quanto riguarda i contenuti, mi è sembrato che la Coppola abbia voluto fare un film biografico diverso da tutti gli altri ma in cui finisce per sottolineare fin troppo l'immaturità e la fragilità di Antonietta e lascia fuori altri elementi che invece occorrevano, con un risultato decisamente incompleto che nella parte finale soffre di queste assenze. Nel complesso per me un'opera comunque dignitosa. Ciao e a presto
Quei microfoni gridavano approssimazione e mi guastarono la visione. Almeno in parte. Pazienza
;-)
Film noioso, anacronistico, superficiale. Fanno passare Maria Antonietta come una innocente fanciulla invece la Storia la condanna come lo smidollato Suo marito. I costumi e la dignitosa recitazione dei protagonisti sono le uniche cose che si salvano, il resto è tutto da buttare. Si parla di un periodo basilare della Storia moderna, un nuovo mondo, un nuovo ordine mondiale stava per nascere e qui il film è ridotto ad una storiella lontana dal mondo reale di allora, frivola, barbosa ed inutile.
Ciao grazie per il commento, capisco le ragioni del dissenso che è stato espresso anche da larga parte della critica internazionale, soprattutto francese; io pur non considerandolo fra i migliori della Coppola ne ho apprezzato alcune qualità visive e di regia, anche se l'approccio narrativo in effetti non convince del tutto per aver escluso troppe informazioni di rilievo. Le musiche contemporanee invece non mi hanno disturbato, non più che in altre operazioni in qualche modo analoghe come Moulin rouge. Un saluto
E poi la musica rock che c'entrava con il mondo del XVIII secolo?
Commenta