Regia di Nuri Bilge Ceylan vedi scheda film
VOTO : 6/7.
Ceylan, regista turco ed esponente di un movimento interessante che può contare su un altro regista abbonato ai Festival come Akin, è considerato l’Antonioni turco.
Appellativo che si è conquistato sul campo con film come questo e sempre difficile da consolidare nel tempo.
Qui rappresenta l’amore, con la difficoltà intrinseca nell’uomo di mantenerlo, in un rapporto di coppia che all’inizio del film crolla e poi prova a ricucirsi, ma se gli intenti sono buoni gli effettivi risultati sono assai più difficoltosi.
La storia è molto semplice, i dialoghi lasciano lo spazio agli sguardi, alle sensazioni che si respirano nell’aria, e Ceylan è bravo a ricrearle, realizzando diverse scene ed ambientazioni che valgono una menzione.
Penso alla scena di sesso “animalesco” nella quale il protagonista si rifugia dopo aver rinnegato il suo amore, ma ho trovato significative anche il contrasto tra l’inizio ambientato d’estate su una spiaggia e la seconda parte in inverno, con la neve che avvolge l’atmosfera di un paese nell’entroterra lontano da Istambul e da tutto.
Personalmente non sono proprio un amante estremo di questa tipologia di film, ma ci sono davvero tante cose che ti trasmette, è ben girato (il gioco degli sguardi nella camera d’albergo, l’orizzonte tumultuoso che il protagonista immortala con la sua fotocamera, il finale un po’ triste ma d’effetto) e quindi nel complesso mi sento di promuoverlo e di consigliarlo, soprattutto per chi ricerca un prodotto intimo, fatto per lo più di sensazione e di ricerca.
Finale semplice, ma avvolgente.
VOTO : 6/7.
In un'epoca in cui si sprecano spesso le parole, ogni tanto è bello abbandonarsi alle sensazioni.
E li sicuramente è bravo in questo, oltre a possedere un buon senso filmico.
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