Regia di Pedro Almodóvar vedi scheda film
Nello stesso giorno in cui Raimunda (Cruz) viene a sapere dalla figlia adolescente che questa ha ucciso il padre dopo un tentativo di violenza carnale, Sole, la sorella di Raimunda, apprende della morte dell'amata zia e comincia ad avere le visioni della riapparizione della madre morta (Maura). Raimunda si disfa del cadavere del marito, mentre Sole capisce che la madre non è un fantasma, ma una donna in carne e ossa vissuta in clandestinità dopo avere assassinato il marito sottaniere e l'amante di lui. madre, figlie e nipote si ritroveranno in un unico abbraccio solidale che forse sconfiggerà la solitudine delle rispettive esistenze.
Al 59esimo festival di Cannes (2006) il film di Almodovar si è aggiudicato il premio per la miglior sceneggiatura e quello per la miglior interpretazione femminile al gruppo delle sei attrici protagoniste. Premi inspiegabili che poggiano sugli artifici manierati della scrittura del regista (due incesti, una resurrezione, un parricidio, un doppio uxoricidio, una malattia terminale, un funerale, una sepoltura segreta) e su una prova attoriale tutt'altro che convincente. A convincere è invece la fisicità incontenibilmente sensuale di Penelope Cruz, mai tanto bella.
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