Regia di Alejandro Jodorowsky vedi scheda film
Pellicola di esordio del talento multiforme Jodorowsky, con tante buone idee e una non totale omogeneità di fondo. Ritmo molto lento e soporifero.
Illuminante, illuminato ma anche confuso questo esordio di Jodorowsky alla regia. Di fronte a film come questo è sempre difficile esprimere un parere, perché la visionarietà e la genialità di alcune immagini non può che spiazzare lo spettatore, costringerlo a interrogarsi senza per questo trovare risposte. E chi non ha risposte non può esprimere una valutazione pienamente consapevole. A fronte di questa premessa, è indubbio che l'opera del regista cileno risente fortemente degli influssi di Buñuel e, in tal senso, risulta anche meno originale di quel che possa sembra a primo impatto. A rendere davvero rivoluzionaria la pellicola in realtà è piuttosto il riferimento esplicito alla pedofilia, il modo di esplicitare la violenza e la morbosità dell'animo umano sia nelle immagini che nelle parole, chiudendo il cerchio nel finale che realizza il presagio delle prime battute. C'è qualcosa di non riuscito nel disegno complessivo, nel modo di narrare, almeno a mio avviso. Alcune immagini non trovano collocazione nel quadro d'insieme, sembrano essere messe lì solo perché frutto della sfaccettata fantasia del regista. Il ritmo ovviamente non è dei più alti, mi sento di consigliare la visione solo a chi ama il cinema astratto.
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