Regia di Libero De Rienzo vedi scheda film
In Sangue, esordio da regista, Libero di Rienzo imbriglia una materia magmaticamente soggettiva nella classica tripartizione in atti. L'iniziale ossessione corporale, radicale per forma e tema, si fa denuncia di una malattia terminale del corpo fisico (sempre imperfetto), poi familiare, sociale, istituzionale. Il film aggredisce con esasperazione visiva, ma la percezione lisergica muta in cruda lucidità e pacatezza stilistica; il frustrato bisogno di libertà, l'amour fou dei due fratelli diventano fuga disperata dalla paura soffocante, dalla violenza implicita in ogni rapporto e grado sociale, sfociano nel nichilismo esplosivo di una sola rabbiosa certezza: "la morte non esiste" (lo dice in un cammeo il regista); e il suo buio accogliente rimane l'unica efficace, esemplare uscita di scena.
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