Regia di Peter Del Monte vedi scheda film
Piccoli fuochi è in un certo senso la prosecuzione logica (e la logica prosecuzione) del precedente film di Del Monte, Piso Pisello (1983); là veniva puntato il dito contro i genitori sessantottini, dimentichi del loro ruolo di istitutori, mentre qui si ribalta la prospettiva di centoottanta gradi e osserviamo come cresce un bambino abbandonato a sè stesso da un padre e una madre - per altri motivi rispetto a quelli 'ideologici' di Piso Pisello - assenti. Risucchiati dal lavoro, convinti che la tv, la tata, la fantasia bastino al piccolo Tommaso per crescere in maniera sana, i genitori di Piccoli fuochi non si rendono conto neppure della preoccupante propensione alla piromania mostrata dal loro figlioletto; o, meglio, se ne accorgono: ma la trattano come un normale gesto da discolo, una qualsiasi bravata infantile destinata a placarsi con qualche brusca sgridata. E invece la mente di Tommaso - e qui sta forse uno dei limiti maggiori in fase di scrittura del film - è già adulta, tanto da accorgersi della sensualità e sessualità della nuova baby sitter e da provare un'acuta gelosia nei confronti del suo ragazzo; l'intento moralistico della sceneggiatura del regista e di Giovanni Pascutto è fin troppo evidente e il finale aperto riscatta in parte questa semplicità di fondo della struttura narrativa. Come in Piso Pisello, Del Monte non si mostra granchè capace come direttore di interpreti: e quando si ha a che fare con dei bambini la cosa diventa un bel problema; per Valeria Golino è questo il primo ruolo da co-protagonista di una folgorante carriera (tre anni dopo sfonderà in America con Rain man, di Barry Levinson), mentre nel resto del cast non compaiono nomi celebri, nè attori particolarmente convincenti. 5/10.
Il piccolo Tommaso, trascurato dai genitori, vive nel mondo della sua fantasia, popolato da creature bizzarre che lo spingono ad appiccare piccoli fuochi; quando affidato alla bella babysitter Mara, Tommaso indirizza le sue attenzioni sulla ragazza.
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