Regia di Leigh Jason vedi scheda film
Nonostante la mia benevolenza verso questo tipo di prodotti, qui devo proprio dire che il film non funziona. L'idea di partenza, cioè il dilemma se la moglie debba lavorare o no e l'orgoglio del marito, sarebbe anche buona, ma è sviluppata senza fantasia e senza nerbo. I personaggi sono sbiaditi e non suscitano alcun interesse. Forse la vera mela marcia è lo sceneggiatore, perché è lui al quale spetta mettere la carne al fuoco, partorire cioè soggetto, dialoghi e idee. Il regista, scolastico ma non imbranato, non sarebbe neanche tanto male. Gli attori sembrano non credere in quello che fanno; l'unica che mi pare s'impegni è la Stanwyck, che però può fare ben poco con la pochissima materia prima a disposizione.
Non è che il film sia orribile, perché sono arrivato fino alla fine, ma se penso alle faville che un soggetto del gener poteva fare in quegli anni, o anche alla dignitosa sufficienza, allora la delusione è ancora maggiore. C'è una sola scena divertente e indovinata. Due uomini selgono l'ascensore per cambiarsi d'abito, e quando devono ancora infilarsi i pantaloni qualcuno chiama l'ascensore da un altro piano. Entra una zitella di quelle di legno, la quale, visti i due uomini in mutante, sviene. Peccato, un'occasione mancata. Come disse John Huston in una delle sue ultime interviste: perché rifare male i capolavori del cinema e non rifare le pellicole fallite, facendone fuori dei bei film?
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