Regia di Adrien Maben vedi scheda film
Discettare sulla musica dei pink floyd è il campo da gioco di chi vorrebbe invece recensire questo film. Chiaramente, me compreso. Ma do le 4 stelle unicamente per la qualità audiovisiva del documentario, girato con suggestivi e desertici campi lunghi, piani sequenza ipnagogici nel mentre dei tribalismi di set the controls, o nella sventagliata iniziale di glimour, incipit familiare di biblica memoria. Proprio un'"echo" in cui recitare la versione albionica di "in principio era il verbo". Il complesso delle interviste è una sorta di alan's psichedelic breakfast. Un pò d'acetato, e non vinoso, il valore semiotico (na furbata) della ricostruzione dell'eruzione, ma va bene così, in questo contesto da space sound di one of these days. Siamo in era inglese del prog e i pink si congelano nella loro fredda sezione ritmica e nella monotonia degli effetti, pensando che le sciabordate di david siano corna d'avorio, e, attratti da una smania di domande kubrickiane (sempre english, cfr who's next), waters e soci ci danno la loro risposta pseudo-psichedelica, in realtà molto lucida e dal taglio ingegneristico.
Certo che quando David Gilmour sostiene che con la droga hanno chiuso ma chi gli crede.
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