Regia di Peter Clifton, Joe Massot vedi scheda film
Ripresi negli anni del loro massimo splendore gli “Zeppelin” sono una macchina spettacolare unica nel panorama del rock. Il film ne esalta il virtuosismo in brani dilatati in cui prevale la dimensione allucinatoria con effetti spesso molto suggestivi. Personalmente li preferisco in una veste più asciutta che lascia meglio trasparire la loro anima blues, ma è una questione di gusti e sulla qualità della loro performance, fatti tutti i legittimi paragoni con musicisti loro contemporanei e non, c'è ben poco da eccepire. Molto più discutibile è il film stesso che alle riprese del concerto al Madison square garden affianca dei video clip casalinghi, gotici o cavallereschi di un gusto piuttosto puerile. Nei fuori scena si parla solo di soldi (entrare senza pagare, smercio di materiale pirata, furto dell'icasso) un tema che ritorna come un sinistro leitmotiv in molte testimonianze che documentano l'epoca d'oro (non solo in senso figurato) del pop-rock tra la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta del secolo scorso.
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