Negli sconfinati spazi del paesaggio mongolo, una famiglia nomade vive dell'allevamento delle pecore, in piena armonia con la natura. Durante una delle sue passeggiate, la figlia Nansa, che ha sette anni, trova in una caverna un piccolo cane a cui dà il nome di Zochor. Ma un giorno il cagnolino scompare...
Note
Un contesto esotico e primitivo che si fa metafora di una condizione dello spirito. Non per tutti: né a livello produttivo (lo ha girato una troupe tedesca letteralmente accampata in un remoto villaggio poco distante dalla tenda dei protagonisti) né spettatoriale: insistenza pittorica sulla bellezza di volti e paesaggi della steppa, esilità narrativa ben oltre i limiti dell’essenziale.
Più che un film, un documentario. Una favola per bambini, che però forse si addormenterebbero. Quindi non si riesce a trovare una collocazione plausibile a questa pellicola.Sufficiente, grazie agli splendidi paesaggi mostrati.
La figlia maggiore (Nansal) di una famiglia di pecorai mongoli trova un cagnolino in una grotta e lo adotta in modo inseparabile ,il padre refrattario a tenere l'animale,tendera' ad abbandonarlo quando si trasferiranno in citta' per svernare,ma subentreranno nuove situazioni.Quasi un documentario,la famiglia e' stata seguita per parecchio tempo,come ultimo emblema di vita nomade,con paesaggi da… leggi tutto
Se non fosse per il cane che non è affatto giallo, ma bianco e nero (non per niente, battezzato "Macchia", e se non fosse per il lieto, lietissimo fine (tutto sommato piuttosto imprevedibile per chi non avesse già notato l’inclinazione per l’Happy-End della regista), questo film avrebbe potuto anche definirsi un tantino noioso. Fatte salve alcune sequenze ben… leggi tutto
La figlia maggiore (Nansal) di una famiglia di pecorai mongoli trova un cagnolino in una grotta e lo adotta in modo inseparabile ,il padre refrattario a tenere l'animale,tendera' ad abbandonarlo quando si trasferiranno in citta' per svernare,ma subentreranno nuove situazioni.Quasi un documentario,la famiglia e' stata seguita per parecchio tempo,come ultimo emblema di vita nomade,con paesaggi da…
Al cinema è bello, oltre che immedesimarsi nei protagonisti quando le vicende sono vicine alle nostre esperienze, anche poter vedere le cose da un altro punto di vista: quello dei bambini è uno dei…
Se non fosse per il cane che non è affatto giallo, ma bianco e nero (non per niente, battezzato "Macchia", e se non fosse per il lieto, lietissimo fine (tutto sommato piuttosto imprevedibile per chi non avesse già notato l’inclinazione per l’Happy-End della regista), questo film avrebbe potuto anche definirsi un tantino noioso. Fatte salve alcune sequenze ben…
Voto 5. Film cartolina sulla bellezza degli altopiani della Mongolia, con pretese di antropologia. L’osservazione della vita calma della famiglia dei pastori è sbrigativa, risolta con le irresistibili faccine dei tre tenerosi bambini. E poi c’è l’affettuoso cane della grotta. Ci penserei due volte prima di ergere simili film a paradigma di un certo esistenzialismo. [01.04.2009]
Dato che l'estate è in genere tempo di viaggi e di vacanze, ho pensato ad una play sui luoghi reali o immaginari dove mi piacerebe andare... Questi sono i primi a cui ho pensato. La play è interattiva, ovvero:…
Sentimento, poesia e vita... il tutto accompagnato da una regia "piatta" ma adatta alla circostanza e da una fotografia spettacolare.
Doppiaggio non molto in sintonia, ma credo sia quasi impossibile doppiare bene una lingua cosi diversa dalla nostra. Nel complesso un film straordinario he narra la vita di una semplice famiglia che si dedica alla pastorizia, accompagnata dalla storia della…
Una favola della tradizione mongola racconta che il padre di una bellissima ragazza che si ammalò improvvisamente, venne consigliato da un saggio di uccidere il cane giallo, custode del gregge, perché lo riteneva causa della malattia. In realtà la ragazza si era innamorata di un giovane, e, una volta allontanata la bestia (che poi scomparve nel nulla) potè amarlo. Saggio d’esame della…
Seporre il cane con la coda sotto la testa perché rinasca uomo in un’altra vita, scegliere lo sterco degli animali come giocattolo e quant’altro, è tutto ciò che caratterizza la vita in una terra che tutti si vorrebbe, almeno una volta nella vita, visitare: la Mongolia.
Ispirato da una storia di Gantuya Lhagva, Il cane giallo della Mongolia racconta la storia di Nansal, la figlia…
Oltre alla poesia e alla delicatezza di una piccola storia, la regista ci offre la possibilità di scoprire la realta' della vita nomande di queste popolazioni della Mongolia, di un mondo che diversamente sarebbe difficile scoprire. Tutti i personaggi infatti sono attori che interpretano se stessi. E' una pellicola poetica nella sua semplicità e l'impianto visivo fortemente efficace ed…
storiella per famigliole con finale a lieto fine, con un doppiaggio è imbarazzante, che non aggiunge nulla di nuovo alla "storia del cammello che piange", (che almeno era sottotitolato).
Ovvero quando un film diventa poesia!!!
Ambientato nelle sconfinate prateria della Mongolia dove un cielo azzurro velato di nubi sembra non aver fine e soprattutto, non sentire lo scorrere del tempo… narra la vita di una famiglia nomade dedita alla pastorizia e alla cura del bestiame in totale coesione con la natura.
Il pretesto narrativo è il ritorno a casa dalla scuola di Nansa, la…
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook, ma c'è un nick con lo stesso indirizzo email: abbiamo mandato un memo con i dati per fare login. Puoi collegare il tuo nick FilmTv.it col profilo Facebook dalla tua home page personale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook? Vuoi registrarti ora? Ci vorranno pochi istanti. Ok
Commenti (3) vedi tutti
Elegante e laccato documentario - narrativo,con attori mongoli non professionisti.Paesaggi splendidi.
leggi la recensione completa di ezioPiù che un film, un documentario. Una favola per bambini, che però forse si addormenterebbero. Quindi non si riesce a trovare una collocazione plausibile a questa pellicola.Sufficiente, grazie agli splendidi paesaggi mostrati.
commento di slim spaccabeccoUna bellissima fotografia in movimento.
commento di Pitter